Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi non avrò vissuto invano.
Se allevierò il dolore di una vita o guarirò una pena o aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido non avrò vissuto invano.
Emily Dickinson

Oggi il post lo scrivo io! chi sono? una parte del suo apparato digerente... sì, è lo stomaco di Pina a parlarvi! Oggi ho acquisito di diritto il privilegio della parola e siccome i rumori gutturali non sarebbero chiari (anche se esprimono al meglio il mio stato) uso la tastiera e vi chiedo di posizionare non gli occhi allo schermo del pc, ma piuttosto la pancia che questi sono discorsi che gli altri vostri sensi, annebbiati da non so più quale agglomerato di alimenti in transito o meglio bloccati in varie parti del vostro corpo (perchè non credo che sia sufficiente lo stomaco a contenere tutto), non sarebbero pronti a recepire! Ebbene il corpo che mi contiene, ma che a questo punto non eleggo più a mio padrone, mi ha trattato malissimo in questi giorni e a niente sono servite le tisane serali per riappacificarsi, sono troppo offeso! non mi si può utilizzare come una discarica con la scusa che tutto deve essere consumato! Da oggi e per i prossimi... diciamo tre giorni e mezzo (faccio una pausa per il cotechino) sono in sciopero.
C'è ancora un pò di spazio fra gli antipasti del pranzo di Natale? E' restato un angolo della tavolata che volete riempire? possibilmente con qualcosa di buono che sia d'effetto e NECESSARIAMENTE veloce da preparare! Questa è la polenta come si fa a Napoli... della serie come adattare alla moda ed ai gusti partenopei anche un piatto "nordico"! Tra l'altro è una ricetta molto antica, che si usa presentare sia cotta in forno che fritta e qui il nome cambia, infatti i pezzetti di polenta così preparati e fritti si chiamano "scagnuozzi" ripetete con me "s c a g n u o z z i" (e ora mi aspetto un aiuto per individuare l'origine etimologica del nome)! in questo caso vi presento la prima versione però in monoporzione. OPS! questa la sò! per il migliacciello o migliaccio naturalmente il nome deriva dal miglio! Ed ora seguitemi, anche distrattamente, l'esecuzione richiede veramente poca attenzione.
Normalmente la mattina sono attiva molto prima, ma oggi no! La sveglia ha suonato ed io l'ho spenta (almeno credo perchè non ricordo) e invece che alzarmi ho ripreso a dormire, svegliandomi ben oltre il mio orario consuento, quindi alle 6.36 (ora della seconda sveglia) invece che alle 5.50! Sappiamo che il tempo perso la mattina con l'avanzare del giorno si eleva alla potenza e che 46 minuti di ritardo a fine giornata diventeranno ore perse a recuperare lo stress causato dalla frenetica corsa al recupero! Ma sono giustificata essì. Di chi è la colpa? di
Quest'anno la sera della vigilia di Natale saremo a casa mia, non tutti però, che tra fratelli e nipoti raggiungiamo quota 20 (essì abbiamo preso alla lettera "crescete e moltiplicatevi"), quindi anche per le feste ci dividiamo e saremo "solo" 10! Più un nuovo arrivato! infatti a contendere ai vari panettone, roccocò, struffoli e mustacciuoli la tavolata di dolci questa volta ci sarà anche il mio pane dolce di castagne. Ma per non rischiare l'insuccesso ne ho preparato uno di prova pochi giorni fa. Il risultato? è buono! di più! aiutatemi a dire bbbbuono!!!! saporito, profumato, di una consistenza pan/brioscosa, da mangiare anche a colazione sia da solo che accompagnato (come ho fatto io) da una marmellata di melone giallo di cui vi posterò in seguito la ricetta! Non si può descrivere, e voi mi capirete, la soddisfazione di aver creato qualcosa di così riuscito e sono così legata a questo pane che ero indecisa se dare la ricetta, ma poi ho pensato che sarebbe stato ancora maggiore il piacere di sapere che qualcuno l'ha preparato ed ha potuto apprezzarne la bontà! ecco a voi la ricetta.
Immagine presa dal webDomenica sera ho guardato la televisione, non potevo perdermi “addirittura” 20 minuti consecutivi di trasmissione interessante! A cosa state pensando? Mi riferisco nientepopodimeno che… all’intervento di Umberto Eco alla trasmissione di Fazio. Ha parlato del suo nuovo lavoro “La vertigine della lista” non sto qui a raccontarvi di cosa tratta, il contenuto è molto più articolato di quanto il titolo non lasci già intendere. Piuttosto questa storia delle liste ha attivato un meccanismo nel mio cervello: ho pensato! E nonostante fossi sorpresa da questa seppur minima attività celebrare del mio neurone Peppeniello (attualmente lo tengo in cassa integrazione perché non c’è molto lavoro da fare) l’ho assecondato! Ho ripensato a tutte le liste che ci sono nella mia vita ed escludendo quella della spesa (poco spirituale) e quella civica (troppo per Peppeniello) sono giunta ad una lista in tema con il periodo: la lista dei regali di Natale! Non cosa regalerei ma cosa vorrei mi fosse regalato (essì Peppeniello quando lavora lo fa per sé, mi sa che lo licenzio!), così, qualcuno interessato, avrebbe potuto prendere spunto da qui! Poi ho pensato che era troppo semplice (per chi regala) e poco divertente, su di me fa ancora presa l’effetto sorpresa! non voglio sapere cosa aspettarmi. E allora? Che lista è? E’ la lista di quello che non vorrei mi fosse regalato a Natale! Eccola!
Breve lista (ma non troppo) di quello che non voglio a Natale!
Non voglio un paio di mutande rosse
Non voglio strofinacci per la cucina (capito mamma?)
Non voglio il coriandolo, sia semi che foglie! (che devo fa? Non mi piace)
Non voglio orologi (io mi affeziono agli oggetti e questo che ho da 5 anni fa ancora il suo lavoro)
Non voglio confezioni di saponette profumate
Non voglio fiori, preferisco il vivo (e qui scatta il suggerimento!)
Non voglio sorrisi di plastica (ho già le Barbie di mia figlia)
Non voglio consigli utili
Non voglio previsioni per l’anno nuovo
Non voglio penne (per scrivere mi basta un pezzo di carbone e all’occorrenza il pc)
Non voglio oggettini inutili da tenere ad impolverarsi sui mobili
Non voglio dolcetti (è un’istigazione a delinquere)
Non voglio il mal di gola
Non voglio congegni elettronici che costringerebbero Peppeniello a fare gli straordinari per capirne le istruzioni
Non voglio la pace nel mondo (sarebbe un regalo perso)
Non voglio il pensiero… a me non basta!
Ad apertura di pacchi avvenuta ne aggiungo un altro (troppo tardi, dovevo farlo prima!) eccolo:
Se non conoscete i miei gusti in fatto di libri, astenetevi dal regalarmeli
………………………….
Questo è quanto, quindi la scelta che rimane è vasta! Se dovesse venirmi in mente qualcosa lo aggiungo.
E voi avete già qualche idea su quello che non volete? Fatemelo sapere, o meglio fateci un bel post!
C'è un nuovo ospite a casa nostra, un ospite delicato, che ha bisogno di cure, attenzione e amore! per vivere, crescere e donarci la sua magia! E' stato il dono di una persona speciale, molto speciale. Non lo avevo mai cercato, avevo paura che non sarei stata capace di prendermene cura, ma ora che c'è so che vivrà a lungo con me!
Lo sentite questo rumore? sshhh... si questo! non sentite niente? è il silenzio! bene prezioso e ricercato soprattutto a casa mia... si sente solo il ticchettio della tastiera e Maya che cerca di entrare miagolando e lasciando fuori dalla porta ogni sorta di regalo, in questo momento ci sono: un rotolo di nastro adesivo, un bicchiere di carta, un bracciale di gomma ed il tappo del lavandino! non sono crudele ma finchè in salone c'è l'albero di Natale i gatti sono esclusi, lo scorso anno sono riusciti a fare fuori il nostro albero dopo "appena" 10 anni di onorata carriera!
I tempi mi sembrano maturi per cominciare con qualche tradizione natalizia, e qui (Napoli), su ogni tavola che si rispetti a Natale non può mancare il roccocò (detto così com'è scritto con la doppia e anche tripla "C"). Ho anticipato un pò la preparazione perchè volevo farli assaggiare a degli amici, ma sembra che in origine si preparassero per la festa dell'Immacolata e si conservassero fino a Natale. Sono biscotti questi, forse biscotti è riduttivo, che si conservano anche più di un mese. Hanno un profumo molto particolare dato dal pisto (un mix di spezie quali: cannella, noce moscata e chiodi di garofano in polvere) ed anche una consistenza a prova di protesi!
Finalmente ho usato questo delizioso legume. Il pacchetto è stato fornito gentilmente e direttamente dal "boss", (che sarebbe il padre dei miei figli, il coinquilino, mio marito insomma!) al ritorno da uno dei suoi finesettimana di "lavoro" in Umbria, la sua azienda organizza queste trasferte fuori porta una volta all'anno. Mi riferisco a quei viaggetti che cominciano sempre con: "UFF..." e finiscono puntualmente con: "No basta! mai più..." per poi accorgermi che sulla fotocamera ci sono circa 200 foto in cui il suddetto viene ritratto ridente e avvinazzato! Mai ammettere di essersi divertiti senza la famiglia al seguito vero? Quindi ritrovandomi ogni volta "cornuta e mazziata" il minimo che possa fare e preparargli la lista della spesa che non viene neanche presa in considerazione, ma almeno questa volta qualcosa di buono c'era: la fagiolina del Trasimeno (fuori lista naturalmente)! Questo è un legume particolare che profuma di terra
Il pane per tutte le ore! come la mia felpa lilla a disegnini viola, non è il massimo del "fashion" (come direbbe Serena) ma devo confessare che mi è capitato, e capita ancora, di indossarla la mattina appena sveglia direttamente sul pigiama, la sera quando d'estate fa un pò fresco e.... rullo di tamburi.... anche per andare al lavoro, quest'ultima occasione (del lavoro intendo) è successa solo una volta, i vari commenti mi hanno fatto desistere, essì ma dai! rappresento pur sempre un'istituzione. Mi consolo con questo pane che preparo (rigorosamente indossando la mia felpa) e che consumo a colazione, a pranzo in ufficio e la sera! è un modo per rivalersi, io e la felpa!
Muffin senza farina! come dire pizza senza mozzarella, caprese senza cioccolato, sveglia senza caffè, io senza libro in borsa! Daccordo tutto si può fare, ma queste combinazioni, quando ci sono, rendono la vita migliore. Sul muffin senza farina mi sono dovuta ricredere, profumo e sapore unici.


Oggi niente ricetta, o meglio, oggi niente nutrimento per lo stomaco! ogni tanto ho bisogno di fare da mangiare per l'anima (la mia almeno) lo so che anima è una parolona! spropositata, consumata, iperutilizzata, esercitata ad uso e consumo! ma in quanto elemento non precisamente definibile che non ha confini e contenuti chiari, nè collocabile (chi lo sa dove si trova?) ognuno può riempirla dei suoi contenuti, almeno io così faccio! la mia anima - ma si potrebbe chiamare in qualsiasi altro modo senza comunque alterarne l'essenza- ha bisogno di sfiatatoi ed io raramente blocco queste vie di fuga! a questo punto la chiamerei "Io", cos'altro può essere? ed oggi voglio parlare di pensieri (essì mi capita anche questo) e mi sento così onesta che non uso neanche una ricetta come pretesto! Nel sottotitolo tra l'altro c'è scritto che trattasi anche di spazio psicoterapeutico.
Oggi il mio umore è umido e stanco, come il mio ombrellino pieghevole lilla! e infatti insieme giacciono appesi all'attaccapanni arancione del mio ufficio! c'è stato un momento in cui ho pensato di ritornare indietro e recuperare con l'aiuto delle calde lenzuola una giornata che non promette niente di buono (meteorologicamente parlando), ma mi ero spinta troppo oltre e la strada per il ritorno era più lunga di quella che mi separava dal palazzone grigio di 8 piani! Quindi inesorabile e inzuppata ho preso l'ultimo bus che mi accompagna a lavoro. Al mio arrivo speravo di trovare "finalmente" il riscaldamento acceso... e invece no! le temperature medie del periodo su cui è tarato l'impianto di riscaldamento aziendale dicono che oggi non fa abbastanza freddo, tali medie del periodo si riferiscono, giorno più giorno meno, al dopoguerra, quindi mi sembra giunto il momento, recuperato dall'attaccapanni il mio umore, di raggiungere l'ufficio "RTI" (Regolazione Temperature Interne)!
Questa cheese cake nasce dall'esigenza di riciclare un pan di spagna non lievito che ho usato come base al posto dei biscotti, io non butto niente piuttosto mangio anche l'immangiabile!
Ingredienti: 250 gr di pan di spagna (oppure biscotti secchi), 100 gr di burro, 250 gr di ricotta, 250 gr di mascarpone, 400 gr di yogurt bianco, 2 uova, 120 gr di zucchero, aroma di vaniglia, succo di mezzo limone. Per lo sciroppo: 350 gr di uva fragola, mezzo bicchiere di passito o liquore dolce a piacere, 200 gr di zucchero, 1 pizzico di cannella.
Procedimento: frullare il pan di spagna con il burro e rivestire il fondo di uno stampo a cerniera precedentemente imburrato. Amalgamare il resto degli ingredienti fino ad ottenere un composto cremoso, versare sulla base ed infornare per circa 40/45 minuti o fino a che il composto raggiunga una certa consistenza.
Per lo sciroppo: cuocete per circa 10 minuti l'uva nel passito dove avrete aggiunto mezzo bicchiere d'acqua e la cannella, versate tutto, uva e liquido, in un passino e passate per levare semi e buccia. Rimettete tutto sul fuoco e aggiungete lo zucchero, cuocete per circa 40 minuti, fino a che il liquido si sarà dimezzato ed avrà raggiunto una consistenza sciropposa!
Il cavolo! non potrei farne a meno ma il mio non è stato amore a prima vista, infatti ho cominciato ad apprezzarlo quando facevo i passati di verdure a Serena e per controllare la temperatura del boccone ero costretta ad assaggiarlo... lo so non è il massimo dell'igiene ma la prova polso non mi è mai venuta bene (ho il polso poco sensibile) e per non rischiare l'ustione del giovine palato mi adeguavo, mi sono accorta che cominciavo a gustare piacevolmente il cavolo quando i bocconi da dare a mia figlia le arrivavano sempre più ridotti!

Ogni tanto mi fermo (nel senso che mi metto in pausa dal mondo) e analizzo, non gli altri ci mancherebbe, analizzo, o quantomeno ci provo, me stessa! e in uno di questi momenti di fermo immagine riflettevo sul perchè di uno blog... e sono arrivata alla conclusione semplice e fin troppo banale che avevo bisogno di qualcosa di ordinato nella mia vita! ...Un momento... io sono ordinata, o meglio, mi circondo di ordine ma ho una tale confusione interna che spesso mi perdo i pensieri e li ritrovo dopo anni nei luoghi della mente dove mai avrei pensato di cercare! oppure mi capita di aver trovato il momento perfetto per.... ed invece lo smarrisco nel tempo infinito dell'organizzazione della nascita di un sorriso! E' così che ogni volta che aggiungo una pagina a questo blog mi sembra di aver trovato, ripiegato, messo nella giusta collocazione e in ordine una parte dei miei pensieri.
Una domanda! Quanti di voi conoscono, non la ricetta, ma il nome? Non ne conosco l'origine etimologica (e quando mai!?). A casa mia (di mia madre) si chiamano così.
Scusate l'assenza prolungata, sì è vero sono solo quattro giorni ma... mi è mancato il mio spazio virtual/culinario, ormai è un "piacevole" impegno! Questo fine settimana sono stata in Umbria, se riesco a scaricare le foto in tempo utile (prima di Natale) vi mostrerò i luoghi che mi hanno tenuta lontano da qui! Ora vi mostro una di quelle ricette che io chiamo da "palato colmo" e che consiglio di gustare con un buon bicchiere di vino rosso, [ Comunicazione di servizio: usate l'alcool con moderazione] ma che personcina coscenziosa questa Pinar...grazie grazie!!!
Questo bellissimo premio mi arriva da qui, un interessante blog di cucina vegetariana che vi consiglio di visitare (grazie e benvenuto!) Devo girarlo a 10 persone ma mi ritrovo nel bel mezzo di una missione alla scoperta di un nuovo ed inesplorato sistema solare (ne esistono di esplorati?) per questo lo giro a tutti i fantastici blog che visito quotidianamente (anche tu? sì anche tu!)! perchè se ci vado ne vale proprio la pena!!!!
La zuppa di zucca che vi presento non è benestante nel senso di "quasi ricca" ma benestante nel senso che"stabbene" a questo periodo dell'anno! Che dite? l'etimologia della parola non è questa? insinuate forse che è una mia interpretazione? ebbene sì, è una mia libera mooolto libera interpretazione! In seguito per facilitare chi legge (forse anche chi mi frequenta) pubblicherò il Dizionario delle libere interpretazioni ovvero Pinese/italiano - italiano/pinese!
Questa è la mia ricetta "Il Massese: ricordo di un sogno"
Questo è il link dove poter votare:
http://it.julskitchen.com/ricette/sunday-morning-i-10-finalisti#respond
Vota e fai votare (mi sembra quasi di essere in campagna elettorale) grazie, grazie, grazie!
PS è superfluo dire che se vinco c'è il caffè pagato per tutti!
PPS c'è tempo fino alla mezzanotte del 29 ottobre...ma mica vogliamo aspettare l'ultimo momento no?!
Questa particolarissima e a quanto pare antica ricetta l'ho trovata su Gambero Rosso di questo mese. Si racconta che decenni fa il tonno sott'olio era una pietanza da ricchi così i contadini pensarono bene di riprodurlo utilizzando la carne di coniglio.
Grazie ad Irene per questo premio che giro a:
e a chiunque passi di qua!
Bella vero? ed anche buona! Ho preparato questa torta domenica scorsa ed è stato tale il successo tanto che ho dovuto replicarla mercoledì!
Pina è impazzita! I pinguini si sono accampati sul suo terrazzo e lei prepara un'insalata! Lo so, lo so... tra un pò vedrò comparire anche la prima neve sul Vesuvio e un'insalata che "c'azzecca"?
Oggi non mi perderò in chiacchiere! e detto questo che nessuno mi distragga da questa mia decisione, oggi ho tante cose da fare: pediatra, dentista (essì siamo tutti in ottima salute), rinnovo patente (non mi è scaduta si sono fregati il portafogli) perchè sta per scadere anche il foglio sostitutivo rilasciatomi per guidare, compiti (non i miei eh!) e per ultimo ma non ultimo CONQUISTARE IL MONDO!!! (oggi mi sento come il cartone di Mignolo con Prof)! ecco... lo sapevo... divago.
Con questa ricetta partecipo al contest "Segni particolari DOP" del Al Cibo Commestibile in collaborazione con La compagnia del cavatappi
Fino a circa 20 anni fa quando dalle mie parti si parlava di mela, ci si riferiva esclusivamente alla mela annurca, non ne esistevano altre sui banchi del mercato e tutt'oggi, quando si svezzano i bambini si comincia con la mela annurca grattuggiata. La mela annurca è una mela particolare, non solo per il gusto, la sua particolarità è che non matura sull’albero perchè ha un peduncolo corto e piuttosto debole che rischierebbe di far cadere il frutto danneggiandolo, la maturazione avviene a terra, viene raccolta acerba e posta a maturare su dei morbidi giacigli, un tempo di canapa ed oggi di paglia detti "melai".
A casa mia, in inverno, la mangiavamo cotta al forno, spolverizzandola solo di zucchero semolato che poi fondendosi diventatava un tutt'uno con la buccia, rendendola croccante, questa era l'anticipo di quello che poi sarebbe stato l'affondo del cucchiaino nella calda, caldissima morbidezza della mela cotta. Ma non è questa la ricetta di oggi, forse la pubblicherò più avanti, oggi racconterò di questi sformatini dal cuore delicatamente umido e profumatissimi.
PS. Se vi trovate dalle parti di Valle di Maddaloni (Caserta) non vi sfuggiranno le distese di mele annurche messe sulla paglia a maturare al sole e volendo potete comprarne una cassetta ad un prezzo veramente conveniente.
Ingredienti: 400 gr di mele annurche, 250 ml di latte, 60 gr di burro, 60 gr di farina, 60 gr di zucchero, 4 uova, vaniglia, cannella, buccia di limone, passito o vino liquoroso a piacere.
Procedimento: Sbucciare le mele e tagliarle a tocchetti non troppo piccoli, porle in un tegame con 1 cucchiaio di zucchero, un pizzico di cannela e 2 cucchiai di passito. Far cuocere mescolando per circa 15 minuti. In una casseruola far bollire il latte con lo zucchero, la buccia di limone grattuggiata ed un altro pizzico di cannella. A parte preparare una roux facendo sciogliere il burro ed aggiungendo la farina, mescolare bene facendo cuocere qualche minuto; aggiungere il latte aromatizzato poco per volta e far cuocere per 5-10 minuti fino a far amalgamare bene il tutto. Far intiepidire ed aggiungere i tuorli due per volta, le mele ed infine gli albumi montati a neve non troppo compatta. Mettere negli appositi stampini imburrati riempiendoli fino a 3/4 della loro capienza. In forno a 160° per circa 30/35 minuti. Vi assicuro che il profumo che si diffonderà sarà solo il preludio di questa squisitezza.
Cosa mi spinge a panificare, impastare, infornare fino a tarda notte? oppure svegliarmi all'alba? la mia più grande soddisfazione è aspettare in cucina e sentirli arrivare (correre al galoppo) urlando e chiedendosi a quale bontà appartiene quell'odorino e vedere le loro facce felici, abbracciarmi e... se guardo dalla finestra mi sembra di vedere i campi ed in lontananza il mulino! ecco io mi fermerei tranquillamente ai primi 30 secondi del nuovo giorno, ma la mia eccessiva sincerità e voglia di condividere mi costringono ad andare avanti!
Stazione della metropolitana, io, sulla spalla destra la mia borsa, nel braccio sinistro un caciocavallo di Agerola, tenuto come si tiene un bambino.