domenica 21 febbraio 2010

L'ingrediente prezioso!


"E’ lei perché la povertà le dà un vantaggio, Le dà più leggerezza e più coraggio"
E. Bennato

Capita di avere un ingrediente prezioso... ma così prezioso... che si attende la ricetta o l'occasione giusta per utilizzarlo! a volte si attende così a lungo che si corre il pericolo di renderlo inutilizzabile! quanto è più semplice azzardare con ciò che è sempre disponibile! per farla breve stavo rischiando di perdere inesorabilmente un prezioso panetto di pasta di mandorle comprato quest'estate a Marzamemi... "seee stasera sooono quiiii è per dire al mooondo e a ziaaaaa ti amo Marzamemi miaaaaa!"... emh..conf..conf... scusate... Peppeniello soffre "anche" di incontinenza e ogni tanto ha perdite ed infiltrazioni!... dicevo, ero la felice ed ansiosa padrona di questo ingrediente prezioso quando mi sono accorta che la data di scadenza si avvicinava! già rassegnata a farne una bevanda mi sono imbattuta nella "girl" dei food blogger.. grazie, grazie! naturalmente (era necessario precisarlo?) l'ho personalizzata! per la ricetta originale vi rimando da Lei.

Ciambella con pasta di mandorle

Ingredienti
Pasta di mandorle 1 panetto da 250 gr
150 gr di zucchero
125 gr di burro morbido
150 gr di yogurt greco
150 gr di farina 00
6 uova a temperatura ambiente
aroma di vaniglia
2 cucchiaini di lievito per dolci
1 pizzico di sale

Per accompagnare
Torrone morbido alle mandorle, marmellata di amarene

Lavorare bene la pasta di mandorle con lo zucchero fino a disfarla, quindi unire il burro e le uova, una per volta. Infine la farina, la vaniglia, il lievito ed il sale. Cuocere per 20 minuti a 180° e continuare per altri 20 minuti abbassando a 160°. Per ogni porzione crema fondere nel microonde un pezzo di torrone con un cucchiaio abbondante di marmellata.

giovedì 18 febbraio 2010

Il sedano rapa ha un cuore!

Non mi piace attaccare direttamente con la ricetta! Si era capito no? Perché? Perché non mi succede nella vita. Quando incontro una persona amica si parla di tante cose, si ride, ci si esaspera, si dubita, si propone, ci si confronta e poi (se la persona è veramente cara, perché per me cucinare è intimo) si scivola distrattamente, portate da una parola, da un evento, da un ingrediente, verso la cucina!
La cucina non è l’argomento principale delle mie giornate, è la virgola, la parentesi, è il mutismo dell’H… non si legge ma c’è. Regola le pause e si insinua tra i pensieri! E’ il mio spazio bianco!
Potrei esordire direttamente con gli ingredienti ma poi cosa resterebbe di me?
( )
Sformatini di sedano rapa ripieni
Ingredienti per 5 cocottine
1/2 chilo di sedano rapa (pesato già pulito)
1 grossa patata (circa 150 gr)
1 scalogno
500 ml di acqua
1 cucchiaio di farina
olio evo
noce moscata
sale
pepe
Portare a bollore l'acqua e far cuocere per circa 20 minuti il sedano rapa, la patata e lo scalogno tagliati a pezzi. Frullare tutto senza scolare l'acqua, salare, insaporire con noce moscata ed un filo d'olio. Aggiungere il cucchiaio di farina setacciata e se necessario frullare di nuovo per farla amalgamare bene. Sul fondo delle cocottine porre due cucchiai di composto e formare un buco dove rompere l'uovo. Salare e pepare l'uovo e ricoprirlo di altro composto. Ancora una manciata di pepe ed infornare a 200° per circa 20 minuti. Anche meno se preferite che l'uovo abbia una consistenza più cremosa.

mercoledì 17 febbraio 2010

Un buon inizio

Immagine tratta dal web

La notte, ormai stanca, si abbandona
ai rumori e ai profumi che precedono l’alba.
Dal mare le coste sorridono incerte
all’idea di luce che già si respira.
Si direbbe un buon inizio.


venerdì 12 febbraio 2010

Crostata delle quattro bontà

Domenica pomeriggio
"perchè fotografi il mio piatto vuoto?"
"faccio la foto per il blog!"
"la foto di un piatto vuoto e sporco?"
"sì!"
"vorrai mica scrivere che mi abbuffo come un maiale?"
"no! (.......) nooooooo!"
" ehm... sul blog di me parli bene?"
"hai mai letto il blog?"
"no!"
"parlo benissimo di te boss!"
".....?!?"

Crostata delle quattro bontà

Una dose di pasta frolla morbida
Ingredienti per il ripieno
350 gr di pan di spagna (io una colomba avanzata dalla scorsa Pasqua!)
120 gr di prugne secche
100 gr di cioccolato al latte
150 gr di dulce de leche

Preparare la pasta frolla, stenderla nella tortiera, bucherellarla e farla cuocere in bianco, coperta da carta forno e da pesi (o legumi), a 190° per 20 minuti. Nel frattempo fondere il cioccolato ed aggiungerlo agli altri ingredienti del ripieno precedentemente frullati ed amalgamati. Sfornare la pasta frolla, levare i pesi e la carta forno, versare il ripieno e terminare la cottura per altri 20 minuti sempre a 190°. Per il consumo aspettare che raffreddi. Accompagnare con dulce de leche.
Con gli ingredienti avanzati ho preparato degli ottimi biscotti ripieni.


Con questa ricetta partecipo al contest "La torta della bontà" del blog Al cibo commestibile in collaborazione con Albertone.


mercoledì 10 febbraio 2010

Cavolfiore sott'olio!


Ad un attento osservatore non sfugge. Ultimamente il boss ha imparato a leggere certi segnali! Parlo di quell'attimo, impercettibile e fulmineo che precede la "Creazione"! I movimenti si fanno più lenti fino ad arrivare alla staticità, lo sguardo si perde nel vuoto, l'orecchio si fa attento... dal frigo arrivano dei segni di vita, si trasformano in messaggi ed io, solo io li sento! La tensione si diffonde, i figli guardano da una parte e dall'altra in cerca di conferme: è ancora nostra madre? i gatti cominciano ad agitarsi, il loro sesto senso e mezzo avverte qualcosa! con lo sguardo ancora perso ed i segnali che si fanno più insistenti mi avvicino al frigo, tiro fuori l'ingrediente da immolare e lo osservo cercando nelle forme, nelle pieghe, nel suo spessore una risposta... "perchè non parli?" in un istante eterno vedo passare davanti ai miei occhi l'archivio di immagini e ricette diligentemente conservate in un angolo del mio cervello! ed il miracolo avviene, il sangue riprende il suo giro, lo sguardo si fa chiaro, le labbra si distendono in un sorriso di soddisfazione e tutti, tranne il cavolo, tirano un sospiro di sollievo!

Cavolfiore sott'olio

1 cavolfiore
1/2 lt. di aceto bianco
1/2 lt. di acqua
1/2 lt. di olio evo (più altro q.b.)
peperoncino
aglio
foglie di alloro
sale
Tagliate in cimette piccole il cavolfiore e lavatelo con cura. Mettete sul fuoco una pentola con l'aceto, l'acqua e il sale. Una volta in ebollizione buttarci dentro le cimette e cuocere per 5-6 minuti, il cavolfiore deve restare sodo. Nel frattempo aromatizzate l'olio aggiungendo il peperoncino, l'aglio e l'alloro e mescolate bene. Appena le cimette sono pronte estraetele e mettetele ad asciugare su un canovaccio. Quando saranno asciutte mettetele nei barattoli e coprite con l'olio, se necessario aggiungetene dell'altro fino a coprire completamente il cavolfiore. Lasciate i vasetti aperti in un luogo fresco per un paio di giorni, l'olio si assesta e potrebbe essere necessario aggiungerne dell'altro. Chiudete i vasetti e teneteli in luogo fresco e buio per tre settimane prima del consumo.
Una volta apero il barattolo va tenuto in frigo e consumato entro un mese.

lunedì 8 febbraio 2010

C'è un profumo di ricordi...

Apro il forno. Chiudo gli occhi.
" La messa è finita, andate in pace!" Padre Pasquale sorride... manco avesse dato l'ordine di rompere le righe. Solo i ragazzi del coro, con il culo bloccato ai banchetti di legno da una forza sovrannaturale, continuano, stoici, fino all'ultima strofa. Io e Lisa già percorriamo in discesa le scale di piperno "attenta, è bagnato si scivola!" troppo tardi, il vestito della domenica è inesorabilmente macchiato! riusciamo a stento ad ignorare il profumo del ragù materno che traccia un percorso riconoscibile fino a casa, diverso dall'odore degli altri mille ragù già pronti nelle tante cucine. Abbiamo ancora un pò di tempo. Di fianco alla chiesa di Sant'Anna c'è un portone che durante la settimana viene nascosto dalla bancarella che vende tappeti, entriamo, c'è un forno, di lì un accesso che durante la guerra portava ai rifugi. Nel forno la domenica lavora CiùCiù*, non si fa pregare troppo per darci un pezzo di pane appena sfornato! Ci aspettava. Abbiamo dieci anni. Qui l'età anagrafica non conta, in alcune famiglie la responsabilità si suddivide equamente per il numero di componenti. Io CiùCiù non l'ho più visto... e neanche Lisa!

Apro gli occhi. Sforno il pane.

* in dialetto piccola gelatina di frutta o menta ricoperta di zucchero, si dice anche affettuosamente di persona molto dolce.

Ciabatta a lievitazione naturale (ricetta delle sorelle Simili)

1° impasto (ore 19.00)

350 gr di lievito madre

500 gr di farina

250 gr acqua

Impastare tutti gli ingredienti fino ad amalgamarli bene. Mettere l'impasto in una ciotola unta d'olio, coprire e lasciare lievitare per circa 18-20 ore.

Impasto finale (ore 18.00)

35 gr di farina

120 gr acqua

8 gr di malto

18 gr di sale

Riprendere l'impasto che sarà molto lievitato, aprire al centro e versare l'acqua, quindi il malto e lavorare. Quando l'acqua sarà assorbita aggiungere la farina ed il sale e lavorare 10 minuti. Mettere in una ciotola unta d'olio, coprire e lasciare lievitare per mezz'ora. Staccare la pasta dalle pareti della ciotola e versarla sul piano molto infarinato. Coprire con altra farina e con l'aiuto di una spatola dividere in due l'impasto evitando di usare le mani in questo passaggio. Sempre con la spatola separare le due metà, infarinare ulteriormente i bordi e dare una forma allungata ai due pezzi. Coprire e far lievitare circa un'ora. Riscaldare nel forno a 220° la teglia che dovrà contenere il pane, sul fondo del forno posizionare un pentolino con dell'acqua. Tagliare della carta forno delle dimensioni della teglia ed infarinare con semola di grano duro. Quando il forno avrà raggiunto la temperatura prendere i due pezzi e delicatamente rovesciarli (sottosopra) sulla carta forno che verrà posizionata sulla teglia. Cuocere per 10 minuti a 220° poi abbassare a 180-190° per altri 25 minuti.

giovedì 4 febbraio 2010

Sofficissima (e profumatissima) alle pere e noci


Quant'è bello respirare con il naso!
"L'olfatto o odorato è uno dei cinque sensi e rende possibile le percezioni delle sostanze chimiche volatili e dei gas presenti nell'aria.
L'olfatto è connesso in maniera funzionale con il gusto, infatti quando un raffreddore congestiona le vie aeree, compromettendo la funzione olfattiva, i cibi hanno pressoché tutti lo stesso sapore." (Wikipedia)
Che tradotto in termini pseudoculinari è na' Tragedia! In questi giorni (ma a me sembra una vita) ho un terribile raffreddore che come conseguenza ultriore mi porta ad avere più fame! essì, io mi sazio anche con gli odori e ultimamente, mancando questa percezione, mi strafogo di ogni sostanza commestibile che trovo!
Non mi resta da fare che preparare cibi profumatissimi... e cominciamo bene.

Sofficissima (e profumatissima) alle pere e noci

Ingredienti:
50 gr di zucchero
100 gr di farina 00
60 gr di fecola
130 gr di burro morbido
2 uova intere
10 noci sgusciate
100 gr. di zucchero a velo
aroma di vaniglia
3 pere mature
½ bustina di lievito
3 cucchiai di brandy

Tritare le noci con i 50 gr di zucchero e mettere da parte. Lavorare a crema lo zucchero a velo con il burro quindi aggiungere farina, fecola e lievito setacciati, uova, vaniglia e brandy. Mescolare bene e versare il composto in una tortiera piccola (diam. 22/24 cm.), imburrata e infarinata. Disporre sopra l'impasto le pere tagliate a fette e cospargere il trito di noci e zucchero su tutta la superficie. Cuocere in forno caldo a 180° per 50 minuti.

mercoledì 3 febbraio 2010

Zuppa forte! La non-ricetta

Oggi niente ricetta! piuttosto la divulgazione/promozione di sapori tradizionali e quando parlo di tradizione, essendo napoletana da svariate generazioni (considerando sempre le influenze culturali pervenute attraverso le varie colonizzazioni e conquiste) è assodato a cosa mi riferisco!
Non posso darvi la ricetta della zuppa forte o come si dice da queste parti "Zupp' e suffritt" perchè non mi sognerei mai di farla in casa, così se vivessi a Roma ma manco per idea mi sognerei di passare pomeriggi interi a tagliuzzare a striscette ed arricciare il cuore della cicoria per ottenere le puntarelle!
Qui da noi la zuppa forte la trovi dai macellai sotto forma di mattoni compressi di frattaglie di maiale e pomodoro concentrato e piccante e l'unica fatica culinaria che ci resta da fare e mettere il "pezzo" nel tegame, allungarlo di acqua ed attendere il miracolo della liquefazione!
Se proprio non passate di qua e non avete un'anima buona che ve lo procura vi passo una ricetta trovata qui. Tra l'altro è o non è il periodo in cui si ammazza il maiale?
Per il consumo si usa versare la zuppa "bollente" su fette di pane raffermo e abbrustolito ma ottima è anche la versione sugo per condirci vermicelli o bucatini!

lunedì 1 febbraio 2010

Biscotti all'amarena... ovvero "Elogio del riciclo"!


Ci sono presenze costanti nelle nostre vite! chi non ne ha? alzi la mano chi ha nell'armadio un vestito o un paio di pantaloni acquistati volontariamente di una taglia più piccola nell'attesa del giorno in cui...!? chi di noi non ha nascosta ad occhi indiscreti la foto di un fidanzatino dell'adolescenza? chi non ha un bijoux eclettico che aspetta l'occasione giusta per essere indossato? (forse i maschietti no! spero!) chi di noi non ha dei sogni che non può raccontare? e diciamolo... in questo periodo si aggiunge un'ulteriore presenza costante nelle nostre vite: il panettone aperto durante le feste che giace nella sua scatola nella vana attesa di essere consumato! io avrei anche una colomba ancora sigillata (che vergogna! ma con tutti i dolci che preparo quando mangiarla?) della scorsa Pasqua e se non mi sbrigo a consumarla potrebbe anche animarsi e prendere il volo!
Questi pasticcini a Napoli si trovano in tutti i bar, pasticcerie e panifici e sono notoriamente conosciuti come i biscotti degli avanzi! ma vi posso assicurare che niente di più buono è mai nato per la necessità del riutilizzo. Quelli che vedete in foto sono finiti subito e mi toccherà rifarli (ricordate la colomba?) magari alla prossima realizzerò anche una foto più decente.

Ingredienti

Per la pasta frolla
600 g farina
250 g zucchero
300 g burro
2 uova
scorza di 1 limone grattugiata
1 presina sale

Per il ripieno
300 gr di panettone (o briciole di pan di spagna)
100 gr di frollini o altri biscotti (io li avevo al cacao)
350 gr di confettura di amarene
30 gr di cacao amaro in polvere
3 cucchiai di zucchero
3 cucchiai di Strega o rum o altro liquore diluito con due cucchiai di acqua

Per la glassa (facoltativa)
mezzo albume
mezzo cucchiaino di cacao
50 gr di zucchero a velo

Preparare la pasta frolla e lasciarla in frigo per circa mezz'ora. Sbriciolare i biscotti ed il panettone, aggiungere tutti gli altri ingredienti ed amalgamare, il composto deve essere abbastanza consistente quindi non frullare troppo. Stendere a rettangolo la pasta frolla con uno spessore di circa mezzo centrimetro, dividere in due rettangoli per il lungo e distribuire al centro di ognuno il composto, attenzione il ripieno dovrà rimanere al centro e non arrotolato insieme alla pasta frolla. Con un filo di lenza (più comodo del coltello) tagliare delle fette di circa 4/5 centimetri, posizionarli capovolti sulla teglia e tenerli nel freezer per 30 minuti per consolidarli bene. Infornare a 180° per 15 minuti, estrarli per spennellare la glassa e rimetterli a cuocere per altri 10/15 minuti. Tradizionalmente si decorano con striscette di confettura.