sabato 14 agosto 2010
Nostalgia di casa
Cosa è il lutto? è nostalgia di casa! Come quando ad un certo punto di un viaggio hai quella voglia atroce di tornare perchè ora basta! hai bisogno di respirare quegli odori, di sentire quelle voci. Ho cominciato questo viaggio il 10 luglio ed ora ho voglia di tornare, giro in tondo, a sorvolare dei luoghi senza sapere dove atterrare, il mio posto nel mondo ora è in una bara, due metri sotto terra.
Cosa è il lutto? è nostalgia di casa... io proprio non me lo aspettavo...
giovedì 29 aprile 2010
Il tempo ha dei ritmi che non condivido!
Magari la prossima volta pubblico una ricetta!
martedì 23 marzo 2010
Dicono? Io so!
Io so essere felice, perché conosco il dolore! Conosco la differenza tra i due stati e dei momenti migliori ho imparato a prendermene cura! Non vivo distrattamente il benessere e non lo sciupo, so che non è una condizione obbligatoria. I momenti peggiori? Come questi? Aspetto che passino per recuperare il recuperabile e gettare il resto, dei momenti brutti non serve tutto, di certo non serve la paura che ritornino.
Aspetto che passino… tutti! Alcuni si superano, altri no, altri diventano uno strato che ci avvolge e con cui impariamo a convivere.
PS Un immenso grazie a tutti!
martedì 2 marzo 2010
Accadono cose...
A presto!
domenica 21 febbraio 2010
L'ingrediente prezioso!
Capita di avere un ingrediente prezioso... ma così prezioso... che si attende la ricetta o l'occasione giusta per utilizzarlo! a volte si attende così a lungo che si corre il pericolo di renderlo inutilizzabile! quanto è più semplice azzardare con ciò che è sempre disponibile! per farla breve stavo rischiando di perdere inesorabilmente un prezioso panetto di pasta di mandorle comprato quest'estate a Marzamemi... "seee stasera sooono quiiii è per dire al mooondo e a ziaaaaa ti amo Marzamemi miaaaaa!"... emh..conf..conf... scusate... Peppeniello soffre "anche" di incontinenza e ogni tanto ha perdite ed infiltrazioni!... dicevo, ero la felice ed ansiosa padrona di questo ingrediente prezioso quando mi sono accorta che la data di scadenza si avvicinava! già rassegnata a farne una bevanda mi sono imbattuta nella "girl" dei food blogger.. grazie, grazie! naturalmente (era necessario precisarlo?) l'ho personalizzata! per la ricetta originale vi rimando da Lei.
Ciambella con pasta di mandorle
Ingredienti
Pasta di mandorle 1 panetto da 250 gr
150 gr di zucchero
125 gr di burro morbido
150 gr di yogurt greco
150 gr di farina 00
6 uova a temperatura ambiente
aroma di vaniglia
2 cucchiaini di lievito per dolci
1 pizzico di sale
Per accompagnare
Torrone morbido alle mandorle, marmellata di amarene
Lavorare bene la pasta di mandorle con lo zucchero fino a disfarla, quindi unire il burro e le uova, una per volta. Infine la farina, la vaniglia, il lievito ed il sale. Cuocere per 20 minuti a 180° e continuare per altri 20 minuti abbassando a 160°. Per ogni porzione crema fondere nel microonde un pezzo di torrone con un cucchiaio abbondante di marmellata.
giovedì 18 febbraio 2010
Il sedano rapa ha un cuore!
La cucina non è l’argomento principale delle mie giornate, è la virgola, la parentesi, è il mutismo dell’H… non si legge ma c’è. Regola le pause e si insinua tra i pensieri! E’ il mio spazio bianco!
Potrei esordire direttamente con gli ingredienti ma poi cosa resterebbe di me?
mercoledì 17 febbraio 2010
Un buon inizio
La notte, ormai stanca, si abbandona
ai rumori e ai profumi che precedono l’alba.
Dal mare le coste sorridono incerte
all’idea di luce che già si respira.
Si direbbe un buon inizio.
venerdì 12 febbraio 2010
Crostata delle quattro bontà

".....?!?"
150 gr di dulce de leche
Con gli ingredienti avanzati ho preparato degli ottimi biscotti ripieni.

mercoledì 10 febbraio 2010
Cavolfiore sott'olio!
Cavolfiore sott'olio
1 cavolfiore
1/2 lt. di aceto bianco
1/2 lt. di acqua
1/2 lt. di olio evo (più altro q.b.)
peperoncino
aglio
foglie di alloro
sale
Tagliate in cimette piccole il cavolfiore e lavatelo con cura. Mettete sul fuoco una pentola con l'aceto, l'acqua e il sale. Una volta in ebollizione buttarci dentro le cimette e cuocere per 5-6 minuti, il cavolfiore deve restare sodo. Nel frattempo aromatizzate l'olio aggiungendo il peperoncino, l'aglio e l'alloro e mescolate bene. Appena le cimette sono pronte estraetele e mettetele ad asciugare su un canovaccio. Quando saranno asciutte mettetele nei barattoli e coprite con l'olio, se necessario aggiungetene dell'altro fino a coprire completamente il cavolfiore. Lasciate i vasetti aperti in un luogo fresco per un paio di giorni, l'olio si assesta e potrebbe essere necessario aggiungerne dell'altro. Chiudete i vasetti e teneteli in luogo fresco e buio per tre settimane prima del consumo.
Una volta apero il barattolo va tenuto in frigo e consumato entro un mese.
lunedì 8 febbraio 2010
C'è un profumo di ricordi...

" La messa è finita, andate in pace!" Padre Pasquale sorride... manco avesse dato l'ordine di rompere le righe. Solo i ragazzi del coro, con il culo bloccato ai banchetti di legno da una forza sovrannaturale, continuano, stoici, fino all'ultima strofa. Io e Lisa già percorriamo in discesa le scale di piperno "attenta, è bagnato si scivola!" troppo tardi, il vestito della domenica è inesorabilmente macchiato! riusciamo a stento ad ignorare il profumo del ragù materno che traccia un percorso riconoscibile fino a casa, diverso dall'odore degli altri mille ragù già pronti nelle tante cucine. Abbiamo ancora un pò di tempo. Di fianco alla chiesa di Sant'Anna c'è un portone che durante la settimana viene nascosto dalla bancarella che vende tappeti, entriamo, c'è un forno, di lì un accesso che durante la guerra portava ai rifugi. Nel forno la domenica lavora CiùCiù*, non si fa pregare troppo per darci un pezzo di pane appena sfornato! Ci aspettava. Abbiamo dieci anni. Qui l'età anagrafica non conta, in alcune famiglie la responsabilità si suddivide equamente per il numero di componenti. Io CiùCiù non l'ho più visto... e neanche Lisa!
Apro gli occhi. Sforno il pane.
* in dialetto piccola gelatina di frutta o menta ricoperta di zucchero, si dice anche affettuosamente di persona molto dolce.
Ciabatta a lievitazione naturale (ricetta delle sorelle Simili)
1° impasto (ore 19.00)
350 gr di lievito madre
500 gr di farina
250 gr acqua
Impastare tutti gli ingredienti fino ad amalgamarli bene. Mettere l'impasto in una ciotola unta d'olio, coprire e lasciare lievitare per circa 18-20 ore.
Impasto finale (ore 18.00)
35 gr di farina
120 gr acqua
8 gr di malto
18 gr di sale
Riprendere l'impasto che sarà molto lievitato, aprire al centro e versare l'acqua, quindi il malto e lavorare. Quando l'acqua sarà assorbita aggiungere la farina ed il sale e lavorare 10 minuti. Mettere in una ciotola unta d'olio, coprire e lasciare lievitare per mezz'ora. Staccare la pasta dalle pareti della ciotola e versarla sul piano molto infarinato. Coprire con altra farina e con l'aiuto di una spatola dividere in due l'impasto evitando di usare le mani in questo passaggio. Sempre con la spatola separare le due metà, infarinare ulteriormente i bordi e dare una forma allungata ai due pezzi. Coprire e far lievitare circa un'ora. Riscaldare nel forno a 220° la teglia che dovrà contenere il pane, sul fondo del forno posizionare un pentolino con dell'acqua. Tagliare della carta forno delle dimensioni della teglia ed infarinare con semola di grano duro. Quando il forno avrà raggiunto la temperatura prendere i due pezzi e delicatamente rovesciarli (sottosopra) sulla carta forno che verrà posizionata sulla teglia. Cuocere per 10 minuti a 220° poi abbassare a 180-190° per altri 25 minuti.
giovedì 4 febbraio 2010
Sofficissima (e profumatissima) alle pere e noci

Quant'è bello respirare con il naso!
"L'olfatto o odorato è uno dei cinque sensi e rende possibile le percezioni delle sostanze chimiche volatili e dei gas presenti nell'aria.
L'olfatto è connesso in maniera funzionale con il gusto, infatti quando un raffreddore congestiona le vie aeree, compromettendo la funzione olfattiva, i cibi hanno pressoché tutti lo stesso sapore." (Wikipedia)
Che tradotto in termini pseudoculinari è na' Tragedia! In questi giorni (ma a me sembra una vita) ho un terribile raffreddore che come conseguenza ultriore mi porta ad avere più fame! essì, io mi sazio anche con gli odori e ultimamente, mancando questa percezione, mi strafogo di ogni sostanza commestibile che trovo!
Non mi resta da fare che preparare cibi profumatissimi... e cominciamo bene.
Sofficissima (e profumatissima) alle pere e noci
Ingredienti:
50 gr di zucchero
100 gr di farina 00
60 gr di fecola
130 gr di burro morbido
2 uova intere
10 noci sgusciate
100 gr. di zucchero a velo
aroma di vaniglia
3 pere mature
½ bustina di lievito
3 cucchiai di brandy
Tritare le noci con i 50 gr di zucchero e mettere da parte. Lavorare a crema lo zucchero a velo con il burro quindi aggiungere farina, fecola e lievito setacciati, uova, vaniglia e brandy. Mescolare bene e versare il composto in una tortiera piccola (diam. 22/24 cm.), imburrata e infarinata. Disporre sopra l'impasto le pere tagliate a fette e cospargere il trito di noci e zucchero su tutta la superficie. Cuocere in forno caldo a 180° per 50 minuti.
mercoledì 3 febbraio 2010
Zuppa forte! La non-ricetta

Non posso darvi la ricetta della zuppa forte o come si dice da queste parti "Zupp' e suffritt" perchè non mi sognerei mai di farla in casa, così se vivessi a Roma ma manco per idea mi sognerei di passare pomeriggi interi a tagliuzzare a striscette ed arricciare il cuore della cicoria per ottenere le puntarelle!
Qui da noi la zuppa forte la trovi dai macellai sotto forma di mattoni compressi di frattaglie di maiale e pomodoro concentrato e piccante e l'unica fatica culinaria che ci resta da fare e mettere il "pezzo" nel tegame, allungarlo di acqua ed attendere il miracolo della liquefazione!
Se proprio non passate di qua e non avete un'anima buona che ve lo procura vi passo una ricetta trovata qui. Tra l'altro è o non è il periodo in cui si ammazza il maiale?
Per il consumo si usa versare la zuppa "bollente" su fette di pane raffermo e abbrustolito ma ottima è anche la versione sugo per condirci vermicelli o bucatini!
lunedì 1 febbraio 2010
Biscotti all'amarena... ovvero "Elogio del riciclo"!

Ci sono presenze costanti nelle nostre vite! chi non ne ha? alzi la mano chi ha nell'armadio un vestito o un paio di pantaloni acquistati volontariamente di una taglia più piccola nell'attesa del giorno in cui...!? chi di noi non ha nascosta ad occhi indiscreti la foto di un fidanzatino dell'adolescenza? chi non ha un bijoux eclettico che aspetta l'occasione giusta per essere indossato? (forse i maschietti no! spero!) chi di noi non ha dei sogni che non può raccontare? e diciamolo... in questo periodo si aggiunge un'ulteriore presenza costante nelle nostre vite: il panettone aperto durante le feste che giace nella sua scatola nella vana attesa di essere consumato! io avrei anche una colomba ancora sigillata (che vergogna! ma con tutti i dolci che preparo quando mangiarla?) della scorsa Pasqua e se non mi sbrigo a consumarla potrebbe anche animarsi e prendere il volo!
Questi pasticcini a Napoli si trovano in tutti i bar, pasticcerie e panifici e sono notoriamente conosciuti come i biscotti degli avanzi! ma vi posso assicurare che niente di più buono è mai nato per la necessità del riutilizzo. Quelli che vedete in foto sono finiti subito e mi toccherà rifarli (ricordate la colomba?) magari alla prossima realizzerò anche una foto più decente.
Ingredienti
Per la pasta frolla
600 g farina
250 g zucchero
300 g burro
2 uova
scorza di 1 limone grattugiata
1 presina sale
Per il ripieno
300 gr di panettone (o briciole di pan di spagna)
100 gr di frollini o altri biscotti (io li avevo al cacao)
350 gr di confettura di amarene
30 gr di cacao amaro in polvere
3 cucchiai di zucchero
3 cucchiai di Strega o rum o altro liquore diluito con due cucchiai di acqua
Per la glassa (facoltativa)
mezzo albume
mezzo cucchiaino di cacao
50 gr di zucchero a velo
Preparare la pasta frolla e lasciarla in frigo per circa mezz'ora. Sbriciolare i biscotti ed il panettone, aggiungere tutti gli altri ingredienti ed amalgamare, il composto deve essere abbastanza consistente quindi non frullare troppo. Stendere a rettangolo la pasta frolla con uno spessore di circa mezzo centrimetro, dividere in due rettangoli per il lungo e distribuire al centro di ognuno il composto, attenzione il ripieno dovrà rimanere al centro e non arrotolato insieme alla pasta frolla. Con un filo di lenza (più comodo del coltello) tagliare delle fette di circa 4/5 centimetri, posizionarli capovolti sulla teglia e tenerli nel freezer per 30 minuti per consolidarli bene. Infornare a 180° per 15 minuti, estrarli per spennellare la glassa e rimetterli a cuocere per altri 10/15 minuti. Tradizionalmente si decorano con striscette di confettura.
domenica 31 gennaio 2010
Cracker a lievitazione naturale... queste so' soddisfazioni!

Cracker a lievitazione naturale
300 gr di lievito madre rinfrescato la sera prima
60 gr di burro
30 gr di strutto
250 gr di farina
120 gr di acqua
50 gr semi di sesamo o altri che preferite
2 cucchiaini di sale
Spezzettare il lievito madre nella farina ed aggiungere burro, strutto, semi e sale. Di seguito l'acqua e lavorare bene per 8-10 minuti. La pasta dovrà essere non troppo soda. Far lievitare 3-4 ore, poi tirarla molto sottilmente e tagliarla in piccoli quadrati o rettangoli, forarli con i rebbi di una forchetta e cuocere per circa 10 minuti a 190°.
martedì 26 gennaio 2010
Tortine per la colazione e... post noioso!

Ma oggi, anche rischiando la noia vi parlo di cose belle!
Ho una bella famiglia, 4 + 2 (i gatti), e siamo sani! ho due figli che se avessi potuto scegliere tra tanti avrei scelto proprio loro! sul marito mi posso accontentare, ho visto di peggio in giro! ho dei genitori che sono unici! ho pochi amici ma buoni (e loro hanno me) e tante simpatiche conoscenze! la mia casa è proprio come la desideravo: grande e con i terrazzi, è un pò vecchia ma piano piano la stiamo ristrutturando. Ho un bel lavoro che mi da grosse soddisfazioni e una certa tranquillità! mi piaccio e non mi cambierei, quando parlo di dieta mi riferisco a quei tre giorni che seguono i bagordi ad alto tasso glicemico della domenica e non ad una reale necessità! cosa chiedere di più dalla vita? ho anche la possibilità di lamentarmi ridendoci sopra e questa è una grande fortuna!
Tortine per la colazione (dose per circa 14 pezzi)
500 gr di farina 00
200 gr di zucchero
150 gr di latte
100 gr olio arachidi
2 uova + 1 tuorlo
150 gr di gocce di cioccolato
10 gr di ammoniaca per dolci
granella di zucchero
aroma di vaniglia
Sciogliere l'ammoniaca in poco latte ed aggiungerlo al restante, amalgamare il latte con uova e olio, mescolare con la farina setacciata, quindi lo zucchero, la vaniglia ed alla fine le gocce di cioccolato. Versare l'impasto negli stampi fino ad un dito dal bordo e cospargere di granella di zucchero. Infornare per 20 minuti a 190°
Ps attenzione quando aprite il forno che l'odore forte di ammoniaca (poi passa) potrebbe investirvi.
lunedì 25 gennaio 2010
Calamari con porri e carciofi alla brace!

Calamari con porri e carciofi alla brace
Pulire dei carciofi e dividere in quattro il cuore, lessarli al dente e tenerli da parte. Pulire il calamaro e tagliarlo come nella foto, continuare con i porri lasciando solo la parte chiara e dividerli in due. Porre tutto sulla griglia e controllare la cottura dei differenti ingredienti, nel frattempo preparare una marinata con olio, aglio, aceto balsamico, sale e prezzemolo da versare direttamente su calamari e verdure appena levati dalla griglia.
Ricetta liberamente, molto liberamente ispirata a Jamie Oliver!
giovedì 21 gennaio 2010
Quell'incontrollabile necessità del superfluo!

Non voglio dilungarmi, concluderò che sono arrivata all'ingresso del "grande magazzino dell'illusione della vita perfetta" con una lista che conteneva, in ordine di importanza: piumini sintetici (mia figlia soffre d'asma e quello d'oca non è adatto), oliera d'acciaio e lampada da terra! ne sono uscita con piumini d'oca (avevo sbagliato lo scaffale), senza oliera e senza lampada ma in compenso con mille tipi di candele, con lampadine inutili (in seguito ho trovato una lampada che si adattasse), con una pianta, con svariati accessori che avrebbero reso la mia casa più ordinata, peccato che quegli accessori vanno bene solo per i mobili Ikea, con grucce di legno (ne avevo bisogno?), ciotole, pentole, con una tortiera a cerniera che già due volte è scattata da sola nel momento topico ripiano/forno, facendo scatafasciare tutto a terra! ...e tanto altro ancora! costo totale? non posso rivelarlo, è un segreto che mi porterò nella tomba. Per non parlare dei passaggi al ristorante e nella gastronomia! nonostante questo io ci ritornerò, ho bisogno di confrontarmi con il nemico per batterlo, ma sò che tante battaglie ancora mi vedranno sconfitta!
Ecco a voi una ricetta ispirata!
Muffins al salmone e rafano
200 gr di farina 00
1 bustina di lievito per torte salate
3 uova
1 philadelphia
1 cucchiaio abbondante di crema di rafano (ikea)
15 gr di olio evo
50 gr di latte
200 gr di salmone affumicato a pezzetti
una manciata di aneto
1 pizzico di sale
Mescolate tutti gli ingredienti asciutti ed aggiungetevi quelli liquidi precedentemente amalgamati, infine il salmone e mescolate. Versate negli stampini ed infornate a 190° per circa 20/25 minuti.
La ricetta l'ho presa da qui e naturalmente modificata.
martedì 19 gennaio 2010
Ciambella alla ricotta con miele di castagno

Ciambella alla ricotta con miele di castagno e mele
250 gr di ricotta
2 mele renette (io le annurche)
1 barattolino di miele di castagno (250 gr)
250 gr di farina 00
125 gr di fecola di patate
200 gr di burro
3 uova
1 bustina di lievito per dolci
aroma di vaniglia
zucchero di canna
In una ciotola mescolate la ricotta con il miele e le uova ottenendo un composto ben amalgamato. Unite la farina setacciata, la fecola ed il lievito, infine il burro fuso e la vaniglia. Versate tutto in uno stampo a ciambella, sbucciate le mele, tagliatele a fettine e sistematele sull'impasto, spargete una manciata di zucchero di canna ed infornate a 180° per circa 40/45 minuti. Tenetela nel forno socchiuso fino al raffreddamento.
domenica 17 gennaio 2010
Marmellata di mandarini cinesi

Ingredienti:
1.400 gr di mandarini cinesi
750 gr di zucchero
Tagliate a metà i mandarini e privateli dei semi (attenzione io mi sono accorta di averne levati solo la metà!), fateli a pezzetti ed immergeteli in una scodella con acqua fredda che coprirete e lascerete per 1 giorno. Recuperate i mandarini senza preoccuparvi di scolare tutta l'acqua, io il travaso l'ho effettuato con le mani, poneteli in una pentola ed aggiungete lo zucchero. Fate cuocere a fuoco vivace per circa 50 minuti. Frullateli in base alla consistenza che vi piace. Al termine versate la marmellata in barattoli sterilizzati, chiudete bene e capovolgete fino al raffreddamento.
mercoledì 13 gennaio 2010
"Ode al carciofo"

ispida edificò una piccola cupola,
si mantenne all'asciutto sotto le sue squame,
vicino al lui i vegetali impazziti si arricciarono,
divennero viticci, infiorescenze commoventi rizomi;
sotterranea dormì la carota dai baffi rossi,
la vigna inaridì i suoi rami dai quali sale il vino,
la verza si mise a provar gonne, l'origano a profumare il mondo,
e il dolce carciofo lì nell'orto vestito da guerriero,
brunito come bomba a mano,
orgoglioso, e un bel giorno,
a ranghi serrati,
in grandi canestri di vimini,
marciò verso il mercato a realizzare il suo sogno: la milizia.
Nei filari mai fu così marziale come al mercato,
gli uomini in mezzo ai legumi coi bianchi spolverini erano i generali dei carciofi,
file compatte,voci di comando e la detonazione di una cassetta che cade,
ma allora arriva Maria col suo paniere,
sceglie un carciofo, non lo teme, lo esamina,
l'osserva contro luce come se fosse un uovo,
lo compra, lo confonde nella sua borsa con un paio di scarpe,
con un cavolo e una bottiglia di aceto finché, entrando in cucina,
lo tuffa nella pentola.
Così finisce in pace la carriera del vegetale armato che si chiama carciofo,
poi squama per squama spogliamo la delizia e mangiamo la pacifica pastadel suo cuore verde.
Pablo Neruda
Carciofi alla Romana
Pulire dei carciofi con un coltello ben affilato, levando le prime foglie. Aprire al centro ed eliminare la barba; inserire nell'incavo dell'aglio a pezzetti, prezzemolo, menta, sale, pepe ed un filo d'olio. Posizionare a testa in giù in un tegame alto e coprire fino a metà di acqua e olio e salare ancora un poco. Coprire e dal bollore far cuocere circa 25/30 minuti, fino alla riduzione del liquido.
Ringrazio Lisa per questo premio e visto che già molti di voi l'hanno ricevuto lo dono a chi passa di qua!enhum olhar è mais puro do que uma crianca
lunedì 11 gennaio 2010
La vita media di una banana!

Naturalmente questo non accade mai, a meno di acquistarne due alla volta ma in quel caso, improvvisamente, nasce in tutti (gatti compresi) un'insaziabile necessità!
Cosa fare con le commestibilissime ma brutte banane avanzate? Un pane dolce e leggero ma così leggero, c'è sia la frutta che lo yogurt, che ho dovuto per forza arricchirlo con il cioccolato, che profumo e che sapore mmmmhhhh!!!!
Pandolce alla banana
ingredienti:
500 gr di farina00
250 gr di zucchero
300 gr di banane (o tre piccole)
180 di yogurt bianco naturale
25 gr di burro morbido
2 uova
70 gr di gocce di cioccolato
1/2 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale
Frullare banane, yogurt, burro e uova ed aggiungere a farina, zucchero e lievito setacciati, il sale ed infine le gocce di cioccolato, mescolare bene e versare in una forma da plum cake grande imburrata. In forno caldo 180° per circa 1 ora (ma dipende sempre dal forno)!
domenica 10 gennaio 2010
Cecenielli o bianchetti!


Nel primo caso sugli spaghetti. In un tegame soffriggete in abbondante olio dell'aglio e del peperoncino, appena coloriti levateli e metteteci i cecenielli, cuocete per circa 3/4 minuti (non salate) e conditeci la pasta con una spolverata di prezzemolo.
La seconda ricetta è uno sfizziosissimo antipasto. Infarinate i cecenielli e poi scrollateli bene, poneteli separati su un vassoio e friggete una manciata alla volta in olio bollente. Quanto tempo devono friggere? contate fino a 15 e sollevateli con una schiumarola poggiandoli su carta assorbente, anche in questo caso io preferisco non salare!
Buon appetito
mercoledì 6 gennaio 2010
Muffins alle arachidi con risvolti antropologici!

Diceva Desmond Morris, famoso zoologo e antropologo inglese, che gli scimpanzé e l'uomo hanno in comune il 98.4% del DNA. Dal punto di vista biologico, gli scimpanzé sono assai più simili agli uomini che ai gorilla, quindi o lo scimpanzè è un'altra razza umana oppure noi siamo la terza razza di scimpanzè dopo quello comune e quello pigmeo. Questo per dire che sarebbe il caso che ognuno di noi leggesse il suo libro "La scimmia nuda"! Ma che c'azzecca l'antropologia su un blog di cucina? mah! sono un pò annebbiata, fisicamente e mentalmente dopo questi giorni di festa, forse quell' 1.6% di DNA fa la differenza soprattutto a livello alimentare.
(Tratto da "Vaneggiamenti di uno stomaco in tumulto")
Ingredienti
250 gr di farina con lievito (o aggiungerne due cucchiaini alla normale farina)
80 gr di zucchero
200 gr di gocce di cioccolato
1 uovo
200 gr burro di arachidi
2 cucchiai di marmellata di albicocca
110 gr di yogurt bianco
200 gr di latte
Setacciare la farina con lo zucchero ed aggiungere gli altri ingredienti precedentemente amalgamati, infine mescolare le gocce di cioccolato, versare negli stampini ed infornare per 20/25 minuti a 190°.
domenica 3 gennaio 2010
Gnocchi sardi al ragù bianco e Post@ la Past@

Quando penso ad un racconto inevitabilmente ripenso a storie che mi sono state raccontate da bambina e… quando penso ad una ricetta tipica della mia terra, ovunque mi volti, tutti gli orizzonti sono occupati dall’unico e solo: il Ragù! non potevo non ritagliargli qui uno spazio! però consideravo anche che tante cose sono state dette e scritte e che la vera ricetta è quella che “pappuliava” la domenica mattina nella casa di ognuno di noi! Questa è la ricetta del mio ragù bianco, il ragù che non sarebbe piaciuta alla bambina che poi è diventata mia madre. Perché? Ora comincio con la storia, attenzione! (questo post è stato programmato per fare in modo che chiunque ne abbandoni la lettura a metà si vedrà recapitare via mail, tutti i giorni, un racconto tratto dalla raccolta “Pinar, la storia siamo noi: io, mammà e altri parenti”)!La mia mamma mi racconta che durante la sua infanzia, nel dopoguerra, se la domenica si faceva il ragù i bambini uscivano di casa con macchie di sugo sui vestiti, per dimostrare agli altri abitanti del quartiere che quel giorno avevano mangiato la carne. Quante domeniche ci ha costretta a mangiare il ragù, tanto per confermare il passaggio dallo status di poveri a quello di famiglia agiata, l’unica variante era l’aggiunta della ricotta se il formato di pasta erano i tripolini. Con noi la regola della “medaglia” sul vestito non valeva! Ecco perché la mia versione del ragù, talmente poco identificabile, non sarebbe piaciuta a quella bambina!
Ingredienti (x 4 persone)
500 gr di gnocchi sardi della Garofalo, 500 gr di spezzatino di maiale, 2 salsicce, mezzo bicchiere di vino bianco, olio evo, sedano, carota, scalogno, sale, parmigiano
Far soffriggere in abbondante olio il sedano, la carota e lo scalogno tagliati a pezzetti. Aggiungere la carne di maiale tagliata a dadini e la salsiccia spellata e sbriciolata, far rosolare e versare il vino bianco, coprire e far cuocere circa mezz'ora, a fine cottura salare. Nel frattempo mettere a cuocere gli gnocchetti in abbondante acqua salata (se necessario allungare il ragù con un mestolo dell'acqua di cottura della pasta) ed ancora al dente far saltare nel tegame con il sugo insieme al parmigiano grattugiato. Per il ragù e da bere ho scelto un Fiano di Avellino, è un vino bianco che normalmente accompagna il pesce ma l'ho trovato ottimo per questa ricetta.
Con questa ricetta partecipo al concorso di Tzatziki a Colazione