domenica 31 gennaio 2010

Cracker a lievitazione naturale... queste so' soddisfazioni!

Ecco! Ho arricchito la mia libreria culinaria con il famoso testo delle sorelle Simili: Pane e roba dolce! Avendo il lievito madre e poca esperienza pensavo di andare sul sicuro ed ho realizzato la ricetta dei crackers a cui ho aggiunto i semi di sesamo. Il momento più bello? quando li ho presentati con aria trionfante ai miei pargoli che mi chiedevano uno spuntino! Il risultato? "mamma sono più buoni quelli del supermercato"! Che dire... queste so' soddisfazioni!

Cracker a lievitazione naturale
300 gr di lievito madre rinfrescato la sera prima
60 gr di burro
30 gr di strutto
250 gr di farina
120 gr di acqua
50 gr semi di sesamo o altri che preferite
2 cucchiaini di sale

Spezzettare il lievito madre nella farina ed aggiungere burro, strutto, semi e sale. Di seguito l'acqua e lavorare bene per 8-10 minuti. La pasta dovrà essere non troppo soda. Far lievitare 3-4 ore, poi tirarla molto sottilmente e tagliarla in piccoli quadrati o rettangoli, forarli con i rebbi di una forchetta e cuocere per circa 10 minuti a 190°.

martedì 26 gennaio 2010

Tortine per la colazione e... post noioso!

Oh mamma! ho letto alcuni miei post precedenti... sono sconvolta! se non mi conoscessi penserei di me che sono un'isterica stressata e incontentabile... sì, ok, lo sono! ma non credevo fosse così evidente! ma è così divertente lamentarsi! avete mai sentito la Gucciari fare un monologo comico su quant'è bella la sua vita? diciamocelo, le disgrazie proprie e/o altrui se ironizzate suscitano ilarità e aiutano a campare meglio; e poi con la "sofferenza" (sofferenza è esagerato) si può diversificare! diceva mia nonno: " Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo”, era mio nonno a dirla? nutro qualche dubbio, è anche vero che mio fratello mi raccontava di aver scritto "Tu scendi dalle stelle" insieme a Padre Pasquale ma poi ho scoperto la verità eh... bambina sì, stupida no! l'autore è mio padre! a questo punto ho il sospetto che la famosa frase sia stata pronunciata da mio zio durante il brindisi del suo matrimonio! avvinazato dava il meglio di se!
Ma oggi, anche rischiando la noia vi parlo di cose belle!
Ho una bella famiglia, 4 + 2 (i gatti), e siamo sani! ho due figli che se avessi potuto scegliere tra tanti avrei scelto proprio loro! sul marito mi posso accontentare, ho visto di peggio in giro! ho dei genitori che sono unici! ho pochi amici ma buoni (e loro hanno me) e tante simpatiche conoscenze! la mia casa è proprio come la desideravo: grande e con i terrazzi, è un pò vecchia ma piano piano la stiamo ristrutturando. Ho un bel lavoro che mi da grosse soddisfazioni e una certa tranquillità! mi piaccio e non mi cambierei, quando parlo di dieta mi riferisco a quei tre giorni che seguono i bagordi ad alto tasso glicemico della domenica e non ad una reale necessità! cosa chiedere di più dalla vita? ho anche la possibilità di lamentarmi ridendoci sopra e questa è una grande fortuna!

Tortine per la colazione (dose per circa 14 pezzi)

500 gr di farina 00
200 gr di zucchero
150 gr di latte
100 gr olio arachidi
2 uova + 1 tuorlo
150 gr di gocce di cioccolato
10 gr di ammoniaca per dolci
granella di zucchero
aroma di vaniglia

Sciogliere l'ammoniaca in poco latte ed aggiungerlo al restante, amalgamare il latte con uova e olio, mescolare con la farina setacciata, quindi lo zucchero, la vaniglia ed alla fine le gocce di cioccolato. Versare l'impasto negli stampi fino ad un dito dal bordo e cospargere di granella di zucchero. Infornare per 20 minuti a 190°
Ps attenzione quando aprite il forno che l'odore forte di ammoniaca (poi passa) potrebbe investirvi.

lunedì 25 gennaio 2010

Calamari con porri e carciofi alla brace!

Mandare il boss in pescheria è come firmare una condanna a morte! è come consegnare il resto della giornata nelle sue mani, consapevole del fatto che passerò gran parte del tempo a squamare, spellare, sfilettare, friggere per ritrovarmi esausta a tavola cercando di riuscire a sottrarre alle grinfie dei miei commensali almeno una parte del lavoro, prima che sulla tavola rimangano solo le lische (sapientemente pulite!). Non so se vi è mai capitato di chiedere al vostro maritino di comprare del pesce facile da preparare e ritrovarsi sommersi di molluschi, cefalopodi ed un pesce che in quel caso era una rana pescatrice di circa due chili e mezzo che ho dovuto sezionare con la maestria di un chirurgo per farla stare in un tegame! normalmente per essere certa di riuscire a consumare preparo il calamaro alla brace che le locuste (figli) non amano... volevo dire non amavano! perchè dall'ultima volta i loro gusti si sono ulteriormente estesi! in foto il piatto prima dell'arrembaggio e visto che starei seguendo una sorta di regime alimentare controllato, avete presente la dieta? e non siamo ancora arrivati al mercoledì... questo è quanto!

Calamari con porri e carciofi alla brace

Pulire dei carciofi e dividere in quattro il cuore, lessarli al dente e tenerli da parte. Pulire il calamaro e tagliarlo come nella foto, continuare con i porri lasciando solo la parte chiara e dividerli in due. Porre tutto sulla griglia e controllare la cottura dei differenti ingredienti, nel frattempo preparare una marinata con olio, aglio, aceto balsamico, sale e prezzemolo da versare direttamente su calamari e verdure appena levati dalla griglia.

Ricetta liberamente, molto liberamente ispirata a Jamie Oliver!

giovedì 21 gennaio 2010

Quell'incontrollabile necessità del superfluo!

Provate a visualizzare la scena! io e Dalia come "Thelma e Louise"! Quella alla guida e mezza rincog.... sono io, se non fosse stato per lei ci saremmo ritrovate in Puglia, infatti mi scordai di lasciare l'autostrada e ci ritrovammo sulla Napoli-Bari! a dirla tutta c'è stato un momento in cui lo spirito delle due eroine cinematografiche voleva prendere il sopravvento facendoci continuare verso l'ignoto ma ci mancava qualcosa e qualcos'altro invece abbiamo in più rispetto a loro che ci tiene legate qui! per farla breve la nostra avventura aveva come destinazione l'Ikea! avete presente quel posto dove il superfluo diventa indispensabile? ho provato a capire il moto psicologico che rende una persona pragmatica e responsabile (che sarei io!) un organismo unicellulare ed incapace di scelte razionali all'interno dell'Ikea; il mio peggioramento si è evidenziato soprattutto da quando ricevo a casa la rivista "Ikea family", la furbata (grande scelta di marketing) è che non viene presentato direttamente il prodotto quanto dei modelli di vita! chi non sogna di vivere in un posto dove tutto trova uno spazio, dove nel cassetto delle spezie: aglio, alloro, aneto, anice... tutto rigorosamente in ordine alfabetico, dove tutti camminano a piedi scalzi, non so voi ma personalmente questa cosa dei piedi scalzi mi affascina! dove i figli vanno d'amore e daccordo e le loro camere hanno lo spazio per studiare, dormire, ricevere e sono ordinate! dove tutto ha gusto nei dettagli, mi ricordo una volta in cui c'era una casa dove la proprietaria aveva collocato i libri in libreria secondo le gradazioni dei colori ....zo! ho pensato!
Non voglio dilungarmi, concluderò che sono arrivata all'ingresso del "grande magazzino dell'illusione della vita perfetta" con una lista che conteneva, in ordine di importanza: piumini sintetici (mia figlia soffre d'asma e quello d'oca non è adatto), oliera d'acciaio e lampada da terra! ne sono uscita con piumini d'oca (avevo sbagliato lo scaffale), senza oliera e senza lampada ma in compenso con mille tipi di candele, con lampadine inutili (in seguito ho trovato una lampada che si adattasse), con una pianta, con svariati accessori che avrebbero reso la mia casa più ordinata, peccato che quegli accessori vanno bene solo per i mobili Ikea, con grucce di legno (ne avevo bisogno?), ciotole, pentole, con una tortiera a cerniera che già due volte è scattata da sola nel momento topico ripiano/forno, facendo scatafasciare tutto a terra! ...e tanto altro ancora! costo totale? non posso rivelarlo, è un segreto che mi porterò nella tomba. Per non parlare dei passaggi al ristorante e nella gastronomia! nonostante questo io ci ritornerò, ho bisogno di confrontarmi con il nemico per batterlo, ma sò che tante battaglie ancora mi vedranno sconfitta!
Ecco a voi una ricetta ispirata!

Muffins al salmone e rafano

200 gr di farina 00
1 bustina di lievito per torte salate
3 uova
1 philadelphia
1 cucchiaio abbondante di crema di rafano (ikea)
15 gr di olio evo
50 gr di latte
200 gr di salmone affumicato a pezzetti
una manciata di aneto
1 pizzico di sale

Mescolate tutti gli ingredienti asciutti ed aggiungetevi quelli liquidi precedentemente amalgamati, infine il salmone e mescolate. Versate negli stampini ed infornate a 190° per circa 20/25 minuti.
La ricetta l'ho presa da qui e naturalmente modificata.

martedì 19 gennaio 2010

Ciambella alla ricotta con miele di castagno

Erano più di tre mesi che questa ciambella mi chiedeva di uscire dalle pagine della rivista (Alice di ottobre) e avere uno spazio a casa nostra, ma non sembrava mai il momento giusto! effettivamente non è un dolce leggero! Prima di Natale non si poteva esagerare con l'assunzione di calorie perchè dovevamo preparare la "panza" al campo di battaglia che è la tavola delle feste, durante manco a parlarne... e dopo? con tre chili tra struffoli, roccocò e panettoni ben distribuiti all'altezza del girovita non sembrava il caso! però... c'è un però in questa storia visto che la ciambella ora esiste o meglio esisteva! però, appunto, i periodi di alimentazione controllata cominciano sempre un lunedì, diciamolo pure, ad ogni dieta corrisponde un lunedì ed ogni lunedì presuppone una domenica in cui "scassarsi" tanto per avere la scorta calorica da cui attingere fino al mercoledì, giorno in cui: -solo tre giorni e il pantalone non stringe più! beh può bastare!- ops! oggi è mercoledì! Se non vi siete persi con il conto dei giorni della settimana appare chiaro che il dolce l'ho preparato domenica...

Ciambella alla ricotta con miele di castagno e mele
250 gr di ricotta
2 mele renette (io le annurche)
1 barattolino di miele di castagno (250 gr)
250 gr di farina 00
125 gr di fecola di patate
200 gr di burro
3 uova
1 bustina di lievito per dolci
aroma di vaniglia
zucchero di canna

In una ciotola mescolate la ricotta con il miele e le uova ottenendo un composto ben amalgamato. Unite la farina setacciata, la fecola ed il lievito, infine il burro fuso e la vaniglia. Versate tutto in uno stampo a ciambella, sbucciate le mele, tagliatele a fettine e sistematele sull'impasto, spargete una manciata di zucchero di canna ed infornate a 180° per circa 40/45 minuti. Tenetela nel forno socchiuso fino al raffreddamento.

domenica 17 gennaio 2010

Marmellata di mandarini cinesi

Questa marmellata nasce da un dono... anzi due! Uno lo vedete (sono i frutti), l'altro no!

Ingredienti:
1.400 gr di mandarini cinesi
750 gr di zucchero

Tagliate a metà i mandarini e privateli dei semi (attenzione io mi sono accorta di averne levati solo la metà!), fateli a pezzetti ed immergeteli in una scodella con acqua fredda che coprirete e lascerete per 1 giorno. Recuperate i mandarini senza preoccuparvi di scolare tutta l'acqua, io il travaso l'ho effettuato con le mani, poneteli in una pentola ed aggiungete lo zucchero. Fate cuocere a fuoco vivace per circa 50 minuti. Frullateli in base alla consistenza che vi piace. Al termine versate la marmellata in barattoli sterilizzati, chiudete bene e capovolgete fino al raffreddamento.

mercoledì 13 gennaio 2010

"Ode al carciofo"


Il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero,
ispida edificò una piccola cupola,
si mantenne all'asciutto sotto le sue squame,
vicino al lui i vegetali impazziti si arricciarono,
divennero viticci, infiorescenze commoventi rizomi;
sotterranea dormì la carota dai baffi rossi,
la vigna inaridì i suoi rami dai quali sale il vino,
la verza si mise a provar gonne, l'origano a profumare il mondo,
e il dolce carciofo lì nell'orto vestito da guerriero,
brunito come bomba a mano,
orgoglioso, e un bel giorno,
a ranghi serrati,
in grandi canestri di vimini,
marciò verso il mercato a realizzare il suo sogno: la milizia.
Nei filari mai fu così marziale come al mercato,
gli uomini in mezzo ai legumi coi bianchi spolverini erano i generali dei carciofi,
file compatte,voci di comando e la detonazione di una cassetta che cade,
ma allora arriva Maria col suo paniere,
sceglie un carciofo, non lo teme, lo esamina,
l'osserva contro luce come se fosse un uovo,
lo compra, lo confonde nella sua borsa con un paio di scarpe,
con un cavolo e una bottiglia di aceto finché, entrando in cucina,
lo tuffa nella pentola.
Così finisce in pace la carriera del vegetale armato che si chiama carciofo,
poi squama per squama spogliamo la delizia e mangiamo la pacifica pastadel suo cuore verde.

Pablo Neruda

Carciofi alla Romana


Pulire dei carciofi con un coltello ben affilato, levando le prime foglie. Aprire al centro ed eliminare la barba; inserire nell'incavo dell'aglio a pezzetti, prezzemolo, menta, sale, pepe ed un filo d'olio. Posizionare a testa in giù in un tegame alto e coprire fino a metà di acqua e olio e salare ancora un poco. Coprire e dal bollore far cuocere circa 25/30 minuti, fino alla riduzione del liquido.

Ringrazio Lisa per questo premio e visto che già molti di voi l'hanno ricevuto lo dono a chi passa di qua!

enhum olhar è mais puro do que uma crianca

lunedì 11 gennaio 2010

La vita media di una banana!

Che abbiano o meno il bollino con le banane siamo veramente troppo esigenti! Da noi sono commestibili appena è scomparsa l'ultima venatura di verde e lo restano fino alla comparsa della prima macchiolina marrone che, calcolando bene, sarebbero circa 10 ore (minuto più, minuto meno)! quindi ci si ritrova a volerle somministrare tutte nell'arco di mezza giornata per evitare che, con il passare delle ore, il colore acquisito le renda meno invitanti!
Naturalmente questo non accade mai, a meno di acquistarne due alla volta ma in quel caso, improvvisamente, nasce in tutti (gatti compresi) un'insaziabile necessità!
Cosa fare con le commestibilissime ma brutte banane avanzate? Un pane dolce e leggero ma così leggero, c'è sia la frutta che lo yogurt, che ho dovuto per forza arricchirlo con il cioccolato, che profumo e che sapore mmmmhhhh!!!!

Pandolce alla banana

ingredienti:
500 gr di farina00
250 gr di zucchero
300 gr di banane (o tre piccole)
180 di yogurt bianco naturale
25 gr di burro morbido
2 uova
70 gr di gocce di cioccolato
1/2 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale

Frullare banane, yogurt, burro e uova ed aggiungere a farina, zucchero e lievito setacciati, il sale ed infine le gocce di cioccolato, mescolare bene e versare in una forma da plum cake grande imburrata. In forno caldo 180° per circa 1 ora (ma dipende sempre dal forno)!

domenica 10 gennaio 2010

Cecenielli o bianchetti!


A Napoli si chiama "cecenielli" il novellame di sardine appena nate, pesciolini semitrasparenti, in cui si distinguono a malapena gli occhi, non più lunghi di un paio di cm e che tradizionalmente si consumano immersi in pastella e fritti, le cosiddette "pizzelle e' ceceniell"! Se avete la fortuna di trovarli in pescheria acquistateli e gustateli anche crudi (assicuratevi che siano freschissimi) conditi semplicemente con un pò di limone. Vi passo altri due modi per gustarli, velocissimi e di grande effetto!
Nel primo caso sugli spaghetti. In un tegame soffriggete in abbondante olio dell'aglio e del peperoncino, appena coloriti levateli e metteteci i cecenielli, cuocete per circa 3/4 minuti (non salate) e conditeci la pasta con una spolverata di prezzemolo.
La seconda ricetta è uno sfizziosissimo antipasto. Infarinate i cecenielli e poi scrollateli bene, poneteli separati su un vassoio e friggete una manciata alla volta in olio bollente. Quanto tempo devono friggere? contate fino a 15 e sollevateli con una schiumarola poggiandoli su carta assorbente, anche in questo caso io preferisco non salare!
Buon appetito

mercoledì 6 gennaio 2010

Muffins alle arachidi con risvolti antropologici!


Diceva Desmond Morris, famoso zoologo e antropologo inglese, che gli scimpanzé e l'uomo hanno in comune il 98.4% del DNA. Dal punto di vista biologico, gli scimpanzé sono assai più simili agli uomini che ai gorilla, quindi o lo scimpanzè è un'altra razza umana oppure noi siamo la terza razza di scimpanzè dopo quello comune e quello pigmeo. Questo per dire che sarebbe il caso che ognuno di noi leggesse il suo libro "La scimmia nuda"! Ma che c'azzecca l'antropologia su un blog di cucina? mah! sono un pò annebbiata, fisicamente e mentalmente dopo questi giorni di festa, forse quell' 1.6% di DNA fa la differenza soprattutto a livello alimentare.
(Tratto da "Vaneggiamenti di uno stomaco in tumulto")

Ingredienti
250 gr di farina con lievito (o aggiungerne due cucchiaini alla normale farina)
80 gr di zucchero
200 gr di gocce di cioccolato
1 uovo
200 gr burro di arachidi
2 cucchiai di marmellata di albicocca
110 gr di yogurt bianco
200 gr di latte

Setacciare la farina con lo zucchero ed aggiungere gli altri ingredienti precedentemente amalgamati, infine mescolare le gocce di cioccolato, versare negli stampini ed infornare per 20/25 minuti a 190°.

domenica 3 gennaio 2010

Gnocchi sardi al ragù bianco e Post@ la Past@


Quando penso ad un racconto inevitabilmente ripenso a storie che mi sono state raccontate da bambina e… quando penso ad una ricetta tipica della mia terra, ovunque mi volti, tutti gli orizzonti sono occupati dall’unico e solo: il Ragù! non potevo non ritagliargli qui uno spazio! però consideravo anche che tante cose sono state dette e scritte e che la vera ricetta è quella che “pappuliava” la domenica mattina nella casa di ognuno di noi! Questa è la ricetta del mio ragù bianco, il ragù che non sarebbe piaciuta alla bambina che poi è diventata mia madre. Perché? Ora comincio con la storia, attenzione! (questo post è stato programmato per fare in modo che chiunque ne abbandoni la lettura a metà si vedrà recapitare via mail, tutti i giorni, un racconto tratto dalla raccolta “Pinar, la storia siamo noi: io, mammà e altri parenti”)!La mia mamma mi racconta che durante la sua infanzia, nel dopoguerra, se la domenica si faceva il ragù i bambini uscivano di casa con macchie di sugo sui vestiti, per dimostrare agli altri abitanti del quartiere che quel giorno avevano mangiato la carne. Quante domeniche ci ha costretta a mangiare il ragù, tanto per confermare il passaggio dallo status di poveri a quello di famiglia agiata, l’unica variante era l’aggiunta della ricotta se il formato di pasta erano i tripolini. Con noi la regola della “medaglia” sul vestito non valeva! Ecco perché la mia versione del ragù, talmente poco identificabile, non sarebbe piaciuta a quella bambina!

Ingredienti (x 4 persone)

500 gr di gnocchi sardi della Garofalo, 500 gr di spezzatino di maiale, 2 salsicce, mezzo bicchiere di vino bianco, olio evo, sedano, carota, scalogno, sale, parmigiano

Far soffriggere in abbondante olio il sedano, la carota e lo scalogno tagliati a pezzetti. Aggiungere la carne di maiale tagliata a dadini e la salsiccia spellata e sbriciolata, far rosolare e versare il vino bianco, coprire e far cuocere circa mezz'ora, a fine cottura salare. Nel frattempo mettere a cuocere gli gnocchetti in abbondante acqua salata (se necessario allungare il ragù con un mestolo dell'acqua di cottura della pasta) ed ancora al dente far saltare nel tegame con il sugo insieme al parmigiano grattugiato. Per il ragù e da bere ho scelto un Fiano di Avellino, è un vino bianco che normalmente accompagna il pesce ma l'ho trovato ottimo per questa ricetta.

Con questa ricetta partecipo al concorso di Tzatziki a Colazione