giovedì 31 dicembre 2009

BUONA VITA!


Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi non avrò vissuto invano.
Se allevierò il dolore di una vita o guarirò una pena o aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido non avrò vissuto invano.
Emily Dickinson

Quindi per il prossimo anno tutti alla ricerca di cuori spezzati, vite penose e pettirossi caduti dal nido (questa terza, vivendo a Napoli la vedo difficile! Beh! mi rifarò con le altre due) No, non sto prendendo in giro la grande Emily, che tra l'altro è la mia poetessa preferita! E' che ogni volta, leggendo questa piccola poesia, mi rendo conto che ognuno di noi, consapevole o no, più o meno daccordo, fa parte della giostra! In questo periodo dell'anno (saranno le influenze mediatiche) mi capita sempre di fare dei bilanci (ma và?), non vorrei ritrovarmi, come dice non ricordo più quale poeta ad arrivare alla fine dei miei giorni rendendomi conto di non aver mai vissuto! per fortuna se anche mi impegnassi, "Emily docet", non ci riuscirei (a non vivere intendo)!
Allora non mi resta che augurarvi BUONA VITA!

mercoledì 30 dicembre 2009

Pane integrale con lievito madre!


Oggi inizia ufficialmente la mia panificazione con il lievito madre! Devo essere più precisa! la sincerità, croce e delizia, me lo impone! quindi.... oggi inizia ufficialmente la mia panificazione "riuscita" con il lievito madre! E' già da circa tre settimane che il "criaturo" vive nel mio frigo e da subito ho provato ad utilizzarlo, devo dire che con mio sommo piacere i primi due tentativi, che non ho potuto fotografare (qualcuno forse crede che ci nutriamo solo di quello che riesco ad immortalare? e no! molte più cose prendono la via dello stomaco), sono andati a buon fine, ma?... è stata solo la fortuna del principiante! ed io presa dalla convinzione di essere nata per panificare (onnipotenza!) da quel momento in poi ho prodotto solo disastri... sgrunt! non è detto che sia finita qui, potrebbe ancora accadere di buttare tutto in pattumiera, mi riservo di omettere i prossimi ed eventuali insuccessi, siete avvertiti! però sono ottimista, grazie ad un trucco che ho imparato da lei, il lievitino! volendo potete leggere direttamente, io vi scrivo la ricetta (copiata e incollata) con le mie modifiche.
LIEVITINOalla sera
200g Lievito madre, 200g Farina Manitoba, 200g Acqua ( io dosi da 100 g)

In una ciotola sciogliere il lievito madre nell'acqua, aggiungere la farina e mescolare. Si ottiene una pastella molto consistente. Coprire con pellicola e lasciare lievitare tutta la notte nel forno spento.

IMPASTOal mattino
600g Farina 0, 200g Farina integrale, 300g Lievitino, 400g Acqua, 20g Sale, 1 Giro abbondante di olio extravergine.

Impastare le farine, il lievitino e l'acqua. Quando l'impasto ha preso consistenza aggiungere il sale e dopo qualche minuto l'olio. Lasciare lievitare per 2-3 ore, poi stendere l'impasto a formare un rettangolo e avvolgerlo su se stesso senza però stringere troppo (le pieghe di Adriano). Mettere la pagnotta a lievitare in un cestino rettangolare ricoperto di carta da forno e infarinato fino al raddoppio. Accendere il forno a 220°C inserendo un pentolino d'acciaio per il vapore, quando sarà a temperatura il forno nel pentolino mettere 5/6 cubetti di ghiaccio. Infornare il pane (facendolo scorrere dal cestino alla placca aiutandosi con un angolo della carta da forno), spruzzare abbondantemente con acqua (in questo modo si ottiene una bella crosta) e abbassare la temperatura a 200°C. Dopo 10' minuti abbassare a 180°C e cuocere per una mezz'oretta. Il pane è ben cotto quando picchiettando il fondo, suona vuoto.

lunedì 28 dicembre 2009

Un post "digestivo"! Liquore di carrube

Oggi il post lo scrivo io! chi sono? una parte del suo apparato digerente... sì, è lo stomaco di Pina a parlarvi! Oggi ho acquisito di diritto il privilegio della parola e siccome i rumori gutturali non sarebbero chiari (anche se esprimono al meglio il mio stato) uso la tastiera e vi chiedo di posizionare non gli occhi allo schermo del pc, ma piuttosto la pancia che questi sono discorsi che gli altri vostri sensi, annebbiati da non so più quale agglomerato di alimenti in transito o meglio bloccati in varie parti del vostro corpo (perchè non credo che sia sufficiente lo stomaco a contenere tutto), non sarebbero pronti a recepire! Ebbene il corpo che mi contiene, ma che a questo punto non eleggo più a mio padrone, mi ha trattato malissimo in questi giorni e a niente sono servite le tisane serali per riappacificarsi, sono troppo offeso! non mi si può utilizzare come una discarica con la scusa che tutto deve essere consumato! Da oggi e per i prossimi... diciamo tre giorni e mezzo (faccio una pausa per il cotechino) sono in sciopero.
Solo una cosa è riuscita a salvarmi dal raggiungere, a causa del peso, le ginocchia della signora in questione, è stato questo liquore mooolto digestivo che mi ha aiutato a distrarla (causa alto tasso alcolico) per avere il tempo di trovare un canale di smaltimento. Ora è ai vostri stomaci che parlo, segnatevi la ricetta!

Ingredienti
1 litro di alcool a 90°
1 litro d’acqua
700 gr di zucchero
10 carrubbe

Procedimento: pulite le carrube con uno straccetto, spezzettatele e mettetele in un barattolo di vetro a chiusura ermetica insieme all’alcool. Lasciate per 30 giorni agitandolo ogni 2 o 3 giorni. Trascorso questo tempo fate sciogliere lo zucchero nell’acqua, filtrate l’alcool ed unitelo allo sciroppo di zucchero. Fate raffreddare e filtrate di nuovo. Conservate il liquore in bottiglie di vetro e servite fresco.

giovedì 24 dicembre 2009

martedì 22 dicembre 2009

I "Migliaccielli" ovvero quando la polenta parla partenopeo

C'è ancora un pò di spazio fra gli antipasti del pranzo di Natale? E' restato un angolo della tavolata che volete riempire? possibilmente con qualcosa di buono che sia d'effetto e NECESSARIAMENTE veloce da preparare! Questa è la polenta come si fa a Napoli... della serie come adattare alla moda ed ai gusti partenopei anche un piatto "nordico"! Tra l'altro è una ricetta molto antica, che si usa presentare sia cotta in forno che fritta e qui il nome cambia, infatti i pezzetti di polenta così preparati e fritti si chiamano "scagnuozzi" ripetete con me "s c a g n u o z z i" (e ora mi aspetto un aiuto per individuare l'origine etimologica del nome)! in questo caso vi presento la prima versione però in monoporzione. OPS! questa la sò! per il migliacciello o migliaccio naturalmente il nome deriva dal miglio! Ed ora seguitemi, anche distrattamente, l'esecuzione richiede veramente poca attenzione.

Fare della polenta, io ho usato quella famosa, la Valsugana insomma! si può dire no? tanto non percepisco nessun provento dall'azienda in questione. Seguire quindi le istruzioni ed appena pronta arricchirla con circa 400 gr di cicoli tagliati a pezzetti (se usate tutta la confezione) che sarebbero questi! 200 gr di romano, sempre a pezzetti (ma io che non amo il romano ho usato della scamorza), quindi salate e giù di pepe! Mettete il composto in piccoli stampini senza ungere, che con tutto il grasso contenuto nei cicoli non serve. Infornate per circa 15/20 minuti a 190° o fino a che sulla superficie si sia formata una crosticina! Servire caldi. Io li ho preparati in anticipo e congelati. Per gli scagnuozzi vi do appuntamento in seguito!

domenica 20 dicembre 2009

Marmellata di melone giallo e....


Non chiedo più niente a questa giornata! e siccome non è ancora terminata non voglio impegnarmi a fare niente, nessuna attività che, riuscendo male, potrebbe rovinare questo clima di perfezione, manco il caffè voglio fare!
Oggi ho fatto la turista nella mia città! il boss (il coinquilino, alias padre dei miei figli, il marito insomma) aveva impegni di lavoro, quindi neanche la fretta di ritornare presto per la partita del Napoli. Io e i bambini armati di sciarpe, scarpe comode e occhi nuovi siamo partiti da casa. Prima tappa la libreria a Via B. Croce, ne siamo usciti con 6 acquisti (5 loro ed 1 io!) naturalmente subito dopo aver fatto una puntatina dal fornaio per dei tarallucci caldi come antipasto. Per il pranzo da Gennaro e Titina a Santa Chiara e all'uscita una tazza di cioccolato caldo da Gay Odin, c'erano tante bancarelle... Serena ha voluto una di quelle treccine colorate e così abbiamo chiacchierato con la ragazza della bancarella che ho scoperto essere avvocato, ora sta facendo un corso di specializzazione e quest'attività le serve per arrotondare. Mi è venuto in mente di quando anche io e Antonella facevamo la bancarella a Piazza S. Domenico Maggiore nel periodo di Natale, arrivata la sera della vigilia la gente aveva così fretta di concludere gli acquisti di Natale che era disposta a comprare tutto, quante volte, terminati i nostri articoli, abbiamo messo sottosopra la casa alla ricerca di qualcosa da poter vendere...
Ora siamo qui, stanchi e sereni e con tanti libri da leggere! la ricetta è poco impegnativa anche per la descrizione, ne avevo già accennato qui.

Ingredienti:
1 kg di melone giallo (polpa)
600 gr di zucchero
succo di un limone
1 busta di fruttapec

Tagliare a pezzi il melone e coprirlo con lo zucchero, aggiungere il succo di limone e cuocere a fiamma bassa. Non avevo intenzione di usare la pectina ma dopo circa 1 ora la marmellata non era ancora addensata così 5 minuti prima di spegnere ho aggiunto una busta di fruttapec. Il risultato è stato comunque ottimo, vero Giuliana?

venerdì 18 dicembre 2009

Riso venere con gamberetti

Normalmente la mattina sono attiva molto prima, ma oggi no! La sveglia ha suonato ed io l'ho spenta (almeno credo perchè non ricordo) e invece che alzarmi ho ripreso a dormire, svegliandomi ben oltre il mio orario consuento, quindi alle 6.36 (ora della seconda sveglia) invece che alle 5.50! Sappiamo che il tempo perso la mattina con l'avanzare del giorno si eleva alla potenza e che 46 minuti di ritardo a fine giornata diventeranno ore perse a recuperare lo stress causato dalla frenetica corsa al recupero! Ma sono giustificata essì. Di chi è la colpa? di
"grey's anatomy!"... avete presente quel simpatico telefilm che parla di giovani medici alle prese con i "fatti" loro durante le ore di lavoro? io era da tempo che non lo vedevo più e proprio ieri sera ho deciso, plaid e gatti a farmi compagnia, di scatafasciarmi sul divano, abbandonando marito ed Anno zero in cucina! che ormai mi fa bene all'umore quanto la notizia del furto dell'auto! E' accaduto che sono stata fino all'una di notte a seguire disgrazie e lacrime a fiume, troppe anche per un telefilm americano, questa volta non si limitano a deprimerti con le malattie dei pazienti ma si ammalano e muoiono anche gli stessi protagonisti! Quasi 4 ore belle piene, piene, troppe per prendere sonno appena coricata, io che normalmente passo dalla veglia alla fase REM in un centesimo di secondo sono stata a rigirarmi fino alle due! Ergo solo ora ho la forza fisica (mentale proprio no) di scrivere la ricetta! Eccola
Ingredienti per 2/3 persone:
250 gr di riso venere
500 gr di gamberetti
olio evo
mezzo bicchiere di vino bianco
aglio
sale
Lessare il riso in abbondante acqua salata, seguendo per i tempi di cottura le indicazioni riportate, in un tegame soffriggere l'aglio nell'olio ed aggiungere i gamberetti puliti e senza testa. Allungare con il vino bianco e salare poco, far cuocere per circa 10/12 minuti. Al momento di servire levare i gamberetti dal tegame e farci saltare il riso per un paio di minuti, giusto per insaporire. Sul fondo del piatto ci ho messo una salsina ottenuta con 200 ml di latte, una noce di burro, mezzo cucchiaio di maizena, un cucchiaino di curry e del sale. Sulla salsina porre il riso ed adagiare i gamberetti!

mercoledì 16 dicembre 2009

Pane dolce di castagne

Quest'anno la sera della vigilia di Natale saremo a casa mia, non tutti però, che tra fratelli e nipoti raggiungiamo quota 20 (essì abbiamo preso alla lettera "crescete e moltiplicatevi"), quindi anche per le feste ci dividiamo e saremo "solo" 10! Più un nuovo arrivato! infatti a contendere ai vari panettone, roccocò, struffoli e mustacciuoli la tavolata di dolci questa volta ci sarà anche il mio pane dolce di castagne. Ma per non rischiare l'insuccesso ne ho preparato uno di prova pochi giorni fa. Il risultato? è buono! di più! aiutatemi a dire bbbbuono!!!! saporito, profumato, di una consistenza pan/brioscosa, da mangiare anche a colazione sia da solo che accompagnato (come ho fatto io) da una marmellata di melone giallo di cui vi posterò in seguito la ricetta! Non si può descrivere, e voi mi capirete, la soddisfazione di aver creato qualcosa di così riuscito e sono così legata a questo pane che ero indecisa se dare la ricetta, ma poi ho pensato che sarebbe stato ancora maggiore il piacere di sapere che qualcuno l'ha preparato ed ha potuto apprezzarne la bontà! ecco a voi la ricetta.

Ingredienti:
350 gr di manitoba
200 gr di farina di castagne
250 gr di acqua
50 gr di burro (anche olio evo va bene)
50 gr di granella di nocciole
50 gr tra uvetta e frutta secca (io ananas, mango, papaya)
1 lievito di birra
1 cucchiaio (40 gr) di miele

Impastare tutti gli ingredienti sciogliendo prima il lievito in poca acqua tiepida, lasciare a lievitare per 30 minuti in luogo tiepido (io nel forno appena riscaldato). Riprendere l'impasto e formare una pagnotta, posizionarla su una teglia con carta forno e lasciare lievitare ancora 30 minuti. Incidere in superfice ed infornare con vapore* a 190° per circa 40 minuti (ma ognuno si regoli con il proprio forno).
* sul fondo del forno pochi minuti prima di infornare posizionare un recipente di alluminio con 5/6 cubetti di ghiaccio.

martedì 15 dicembre 2009

La "Peppeniello" list!

Immagine presa dal web

Domenica sera ho guardato la televisione, non potevo perdermi “addirittura” 20 minuti consecutivi di trasmissione interessante! A cosa state pensando? Mi riferisco nientepopodimeno che… all’intervento di Umberto Eco alla trasmissione di Fazio. Ha parlato del suo nuovo lavoro “La vertigine della lista” non sto qui a raccontarvi di cosa tratta, il contenuto è molto più articolato di quanto il titolo non lasci già intendere. Piuttosto questa storia delle liste ha attivato un meccanismo nel mio cervello: ho pensato! E nonostante fossi sorpresa da questa seppur minima attività celebrare del mio neurone Peppeniello (attualmente lo tengo in cassa integrazione perché non c’è molto lavoro da fare) l’ho assecondato! Ho ripensato a tutte le liste che ci sono nella mia vita ed escludendo quella della spesa (poco spirituale) e quella civica (troppo per Peppeniello) sono giunta ad una lista in tema con il periodo: la lista dei regali di Natale! Non cosa regalerei ma cosa vorrei mi fosse regalato (essì Peppeniello quando lavora lo fa per sé, mi sa che lo licenzio!), così, qualcuno interessato, avrebbe potuto prendere spunto da qui! Poi ho pensato che era troppo semplice (per chi regala) e poco divertente, su di me fa ancora presa l’effetto sorpresa! non voglio sapere cosa aspettarmi. E allora? Che lista è? E’ la lista di quello che non vorrei mi fosse regalato a Natale! Eccola!

Breve lista (ma non troppo) di quello che non voglio a Natale!

Non voglio un paio di mutande rosse
Non voglio strofinacci per la cucina (capito mamma?)
Non voglio il coriandolo, sia semi che foglie! (che devo fa? Non mi piace)
Non voglio orologi (io mi affeziono agli oggetti e questo che ho da 5 anni fa ancora il suo lavoro)
Non voglio confezioni di saponette profumate
Non voglio fiori, preferisco il vivo (e qui scatta il suggerimento!)
Non voglio sorrisi di plastica (ho già le Barbie di mia figlia)
Non voglio consigli utili
Non voglio previsioni per l’anno nuovo
Non voglio penne (per scrivere mi basta un pezzo di carbone e all’occorrenza il pc)
Non voglio oggettini inutili da tenere ad impolverarsi sui mobili
Non voglio dolcetti (è un’istigazione a delinquere)
Non voglio il mal di gola
Non voglio congegni elettronici che costringerebbero Peppeniello a fare gli straordinari per capirne le istruzioni
Non voglio la pace nel mondo (sarebbe un regalo perso)
Non voglio il pensiero… a me non basta!
Ad apertura di pacchi avvenuta ne aggiungo un altro (troppo tardi, dovevo farlo prima!) eccolo:

Se non conoscete i miei gusti in fatto di libri, astenetevi dal regalarmeli

………………………….
Questo è quanto, quindi la scelta che rimane è vasta! Se dovesse venirmi in mente qualcosa lo aggiungo.
E voi avete già qualche idea su quello che non volete? Fatemelo sapere, o meglio fateci un bel post!

sabato 12 dicembre 2009

Crema bianca di sedano rapa, porri e patate!

C'è un nuovo ospite a casa nostra, un ospite delicato, che ha bisogno di cure, attenzione e amore! per vivere, crescere e donarci la sua magia! E' stato il dono di una persona speciale, molto speciale. Non lo avevo mai cercato, avevo paura che non sarei stata capace di prendermene cura, ma ora che c'è so che vivrà a lungo con me!
Velocemente (sapete c'è un "criaturo" che mi aspetta) vi lascio la ricetta di questa crema densa e saporita!
Mettete in una pentola due patate medie sbucciate, tre porri (solo la parte bianca) e un sedano rapa sbucciato e tagliato a pezzi. Aggiungere acqua senza coprire gli ortaggi, salare e far cuocere per circa 40 minuti. A fine cottura aggiungere pepe bianco, 200 ml di panna da cucina e 100 ml di mascarpone e frullare fino ad ottenere una crema liscia, senza pezzi. Se necessario, per aumentarne la densità, aggiungere mezzo cucchiaio di maizena setacciata.
Servire con scaglie di sedano rapa.
PS non ho scordato l'olio, in questa ricetta non c'è!

mercoledì 9 dicembre 2009

Trecce al mascarpone farcite e... la voce del silenzio!

Lo sentite questo rumore? sshhh... si questo! non sentite niente? è il silenzio! bene prezioso e ricercato soprattutto a casa mia... si sente solo il ticchettio della tastiera e Maya che cerca di entrare miagolando e lasciando fuori dalla porta ogni sorta di regalo, in questo momento ci sono: un rotolo di nastro adesivo, un bicchiere di carta, un bracciale di gomma ed il tappo del lavandino! non sono crudele ma finchè in salone c'è l'albero di Natale i gatti sono esclusi, lo scorso anno sono riusciti a fare fuori il nostro albero dopo "appena" 10 anni di onorata carriera!
Io silenziosamente vi lascio la ricetta di questa treccia morbida e profumata che ho trovato tempo fa su un forum di cucina ma non ricordo esattamente quale, ho cambiato un pò le dosi e farcita. Con questa dose sono venute due trecce belle grandi che ho farcito con marmellata di kiwi e noci e (si vede in secondo piano) nutella.

Ingredienti:
760 gr di farina 00
300 gr di acqua
100 gr di mascarpone
100 gr di olio di semi
1 cubetto di lievito di birra
1 cucchiaio di miele
1 pizzico di sale

Per la farcitura:
marmellata di kiwi e noci
nutella

Sciogliere il lievito in poca acqua tiepida prelevata dal totale, aggiungere alla farina e quindi tutti gli altri ingredienti, impastare fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo e far lievitare coperto per 30 minuti. Dividere l'impasto in sei strisce che farcirete, chiudete a formare dei salsicciotti ed intrecciate le 2 trecce, volendo si può spennellare in superficie un pò di marmellata. Far lievitare ancora 30 minuti. Cuocere in forno caldo per 35/40 minuti a 180°, se necessario gli ultimi 10 minuti coprire con un foglio di alluminio per non far colorire troppo.

sabato 5 dicembre 2009

Sua Maestà il Roccocò!

I tempi mi sembrano maturi per cominciare con qualche tradizione natalizia, e qui (Napoli), su ogni tavola che si rispetti a Natale non può mancare il roccocò (detto così com'è scritto con la doppia e anche tripla "C"). Ho anticipato un pò la preparazione perchè volevo farli assaggiare a degli amici, ma sembra che in origine si preparassero per la festa dell'Immacolata e si conservassero fino a Natale. Sono biscotti questi, forse biscotti è riduttivo, che si conservano anche più di un mese. Hanno un profumo molto particolare dato dal pisto (un mix di spezie quali: cannella, noce moscata e chiodi di garofano in polvere) ed anche una consistenza a prova di protesi!
Il ricordo più caro che ho dei roccocò è legato all'infanzia di Serena; nel periodo di Natale lei aveva circa 6 mesi ed i primi arrossamenti alle gengive per lo spuntare dei dentini. Provammo vari massaggia gengive che lei rifiutava categoricamente, quando un giorno il nonno le portò dei mini roccocò e fu la sua e nostra salvezza, infatti la loro consistenza permetteva a mia figlia di tenerseli a lungo in bocca senza pericoli di ingestione! Ora la ricetta, veramente semplice!

Ingredienti:
900 gr di farina 00
800 gr di zucchero
700 gr di mandorle tostate
100 gr farina di mandorle
20 gr di pisto extra
350 gr di acqua
5 gr di ammoniaca
3 tuorli (per lucidare)

Setacciare le due farine con lo zucchero, il pisto e l'ammoniaca, quindi aggiungere l'acqua, a questo composto amalgamare le mandorle tostate. Lasciare riposare l'impasto per circa un'ora in frigo. Formare delle ciambelle (con le mani sempre infarinate) avendo cura di lasciare un buco abbastanza grande perchè lievitando tenderà a chiudersi. Spennellare con il tuorlo ed infornare 20/25 minuti a 190°

giovedì 3 dicembre 2009

Biscotti alle mandorle e cioccolato e... una bella giornata!


... La nenia s'interrompe. Ora il signor De Luca versa l'acqua bollente nella macchinetta. Il caffè macinato non va compresso, non troppo piena, così. Il vassoio con la tazzina, la zuccheriera, ecco fatto.
Sulla terrazza della cucina. Che giornata! L'odore della bella giornata, proprio l'odore. Tra dieci minuti il caffè sarà passato. Mississipì, dove sta? Qua, sulle gionocchia del padrone, qua....

... Apre gli occhi. Oscilla sulla parete bianca il grafico d'oro, trasmette irrequieto senza soste il messaggio: è una bella giornata - bella giornata....

... Spalanca il finestrone e la bella giornata entra tutta, di colpo, nella stanza, un'esagerazione di luce....

... a pensare ai miei passi domani nel rispettabile squallore di strade sconosciute, in una città senza Vesuvio e senza estati, dove i palazzi non finiscono sotto il mare... e la Natura o una bella giornata non vince la Storia...

... sapendo che il mare è senza avventura, che il tempo passa e sale con l'acqua sulle mura del palazzo, e un giorno, tra mille e mille anni uguale a questo, oggi è una bella giornata, dirà un raggio sulla parete. - No, non vengo - messaggio non raccolto - Massimo non risponde.

"FERITO A MORTE" Raffaele La Capria

Ingredienti:
300 gr di farina
100 gr di farina di mandorle
120 gr di burro morbido
100 gr di zucchero
100 gr di zucchero di canna
150 gr gocce di cioccolato
mezzo cucchiaino di lievito per dolci
1 uovo
aroma di vaniglia

Ridurre in crema il burro con l'uovo e i due tipi di zucchero. Setacciare le farine con il lievito, la vaniglia ed aggiungere al composto, impastare e per ultimo incorporare le gocce di cioccolato (tenute in frigo così non si scioglieranno).
Tenere l'impasto per 10 minuti in freezer per renderlo più consistente e facilitare la lavorazione, quindi formare delle palline e sistemarle su una placca rivestita di carta forno distanziate tra di loro. Cuocere a 190° per circa 20 minuti.

mercoledì 2 dicembre 2009

Fagiolina del Trasimeno e calamari fritti

Finalmente ho usato questo delizioso legume. Il pacchetto è stato fornito gentilmente e direttamente dal "boss", (che sarebbe il padre dei miei figli, il coinquilino, mio marito insomma!) al ritorno da uno dei suoi finesettimana di "lavoro" in Umbria, la sua azienda organizza queste trasferte fuori porta una volta all'anno. Mi riferisco a quei viaggetti che cominciano sempre con: "UFF..." e finiscono puntualmente con: "No basta! mai più..." per poi accorgermi che sulla fotocamera ci sono circa 200 foto in cui il suddetto viene ritratto ridente e avvinazzato! Mai ammettere di essersi divertiti senza la famiglia al seguito vero? Quindi ritrovandomi ogni volta "cornuta e mazziata" il minimo che possa fare e preparargli la lista della spesa che non viene neanche presa in considerazione, ma almeno questa volta qualcosa di buono c'era: la fagiolina del Trasimeno (fuori lista naturalmente)! Questo è un legume particolare che profuma di terra
e di questa ha anche il sapore, si sposa bene (a mio parere) con i sapori dolci del mare.
Mettere in acqua fredda la fagiolina e dal momento del bollore far cuocere circa 45/50 minuti. In un tegame preparare un sugo facendo soffriggere in olio evo dell'aglio (poi levato) con sedano, carota e prezzemolo. Aggiungere a questo sughetto il legume e un bicchiere d'acqua (ma dipende dalle quantità) salare e far insaporire per altri 5 minuti. Li ho accompagnati con strisce di calamari fritti ma volendo si possono sostituire con gamberi.

martedì 1 dicembre 2009

Il pane H24!

Il pane per tutte le ore! come la mia felpa lilla a disegnini viola, non è il massimo del "fashion" (come direbbe Serena) ma devo confessare che mi è capitato, e capita ancora, di indossarla la mattina appena sveglia direttamente sul pigiama, la sera quando d'estate fa un pò fresco e.... rullo di tamburi.... anche per andare al lavoro, quest'ultima occasione (del lavoro intendo) è successa solo una volta, i vari commenti mi hanno fatto desistere, essì ma dai! rappresento pur sempre un'istituzione. Mi consolo con questo pane che preparo (rigorosamente indossando la mia felpa) e che consumo a colazione, a pranzo in ufficio e la sera! è un modo per rivalersi, io e la felpa!

Ingredienti
370 gr. di latte
25 gr. di lievito di birra
600 gr. di farina manitoba
sale q.b.
Procedimento: scaldare il latte e scioglierci il lievito. Aggiungere la farina, il sale e amalgamare l'impasto, lasciare lievitare per mezz'ora in luogo tiepido, poi trasferire la pasta in uno stampo da plum cake, imburrato e infarinato. Lasciare lievitare per altri 30 minuti. Coprire lo stampo con un foglio di carta da forno, quindi cuocere in forno caldo a 180° per 45 minuti circa. Alla fine togliere la carta e cuocere ancora per 10/15 minuti.